A Ginevra la trattativa sul commercio mondiale dei servizi
Ovvio quindi l'eccezionale interesse con il quale le più grandi multinazionali guardano a questa trattativa e altrettanto scontate le tante preoccupazioni che ruotano attorno ad un accordo che sotto l'egida del gigantesco e variegato settore dei servizi potrebbe avere ben oltre i confini del puro commercio. Se il TiSA affermasse il principio che una regolamentazione applicata in ciascun singolo Paese rappresenta una barriera al commercio, diventerebbero automaticamente difficili, se non impossibili, da difendere i diritti dei lavoratori, le regole del settore bancario, la neutralità della rete, la privacy e lo status pubblico di servizi come l’energia elettrica e l’acqua.
Un esempio denunciato da Greenpeace Olanda è relativo all'energia: venisse applicato il principio che non vi devono essere barriere al commercio di questo servizio, si potrebbe arrivare ad una totale deregolamentazione delle trivellazioni, dei sondaggio, dell'estrazione e dello stoccaggio di fonti energetiche fossili. Ciascuno Stato non avrebbe più la possibilità di opporsi allo sfruttamento di queste fonti di energia in quanto ogni norma potrebbe rappresentare un ostacolo al “libero mercato”.