Malgrado quattro famiglie italiane su cinque siano convinte che lo spreco alimentare avvenga soprattutto la grande distribuzione, gli esperti dimostrano, numeri alla mano che è l'abito famigliare quello che 'butta via' la maggior quantità di cibo, spesso ancora riutilizzabile. Certo un miliardo di euro è quanto viene sprecato sul campo di produzione, un miliardo e 160 milioni li butta l'industria di trasformazione ed ammonta a quasi un miliardo e mezzo lo scarto prodotto nella grande distribuzione. Ma essendo valutato in 12 miliardi all'anno lo spreco alimentare in Italia, ecco che ben 8 miliardi sono da imputare alle famiglie.
I dati sono stati forniti dall'Osservatorio nazionale di Waste Watcher, spin off dell'Università di Bologna, che ha raccolto anche le motivazioni di questi sprechi dovuti per il 48% ad acquisti eccessivi, per il 25% all'incapacità di conservare il cibo non immediatamente consumato, per il 9% alla seduzione delle troppe offerte. Il maggior spreco è per la frutta (31%), l'insalata (29%), le altre verdure (19) e il pane (17 %).
Complessivamente oltre mezzo chilo di cibo al giorno per famiglia finisce nella pattumiera domestica: e dire che c'è quasi da essere contenti, visto che l'anno scorso quotidianamente nella spazzatura finivano 50 grammi in più di cibo, per un totale di 8,4 miliardi di euro. Quest'anno la situazione è migliorata perché lo spreco alimentare italiano è “sceso” a 8 miliardi.