Professionisti ma senza un ordine: un fenomeno in crescita
Lo dimostra l'indagine di Confcommercio che ha esaminato ed analizzato oltre 300.000 professionisti e le loro attività professionali che non rientrano in un ordine professionale: solo per fare qualche esempio si parla di consulenti pubblicitari e di pranoterapeuti; i esperti della sicurezza, di operatori shiatsu e di lavoratori per produzioni su internet. Attività che creano oggi reali prospettive occupazionali e per le quali la professionalizzazione, anche se non ordinistica, è elemento qualificante.
Circa il 99% dei professionisti non ordinistici lavora nei Servizi: il 53% nelle attività professionali, scientifiche e tecniche; il maggior incremento con il + 78% si è registrato nelle attività di sanità e assistenza sociale, che impiega il 15% del totale.
Sulla base dell'indagine condotta e dall’analisi dei dati Confcommercio ritiene che dovrebbe essere superata la distinzione tra professionisti iscritti e non iscritti agli Ordini professionali: «Il mercato è per tutti sempre più complesso ed incerto – dichiara il Responsabile Confcommercio Professioni, Anna Rita Fioroni – con la conseguenza del progressivo impoverimento per tutte le professioni». «Parliamo di un terziario in crescita e produttivo – precisa il Presidente Confcommercio, Carlo Sangalli – che oggi vale il 40% del Pil e dell’occupazione e che ha bisogno di una serie di misure, tra le quali: escludere dal pagamento dell’Irap tutti quei lavoratori autonomi la cui attività ruota attorno al professionista, aumentare di ventimila euro l’importo della franchigia Irap e non utilizzare gli Studi di settore come strumento di accertamento dei redditi».