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Slot machine, affare per lo Stato. Il Governo in campo contro i Sindaci

14/11/2016
Slot machine, affare per lo Stato. Il Governo in campo contro i SindaciSono sempre più numerose le Amministrazioni comunali che hanno adottato, o stanno per adottare, un regolamento restrittivo, chi più chi meno, per la diffusione delle sale per il gioco d'azzardo, dalle semplici slot machine in su. E ci sono anche Regioni che sono intervenute con specifiche leggi in materia. Ma ora il Governo, con il proposito di 'fare cassa', visto che lo Stato incassa oltre 8 miliardi di euro all’anno dal settore, intende proporre una regolamentazione nazionale.

Il Sottosegretario all’economia, Pier Paolo Baretta, è convinto che ci siano le condizioni per chiudere in una settimana su un testo condiviso. Da un lato la lobby di chi trae enormi vantaggi dalla ludopatia, dall'altro Sindaci che sono a contatto con le famiglie distrutte dal gioco compulsivo, i medici che sono consapevoli della costante diffusione dei giocatori d'azzardo e del progressivo abbassamento della loro età, le associazioni anti-usura che vivono il rischio di infiltrazioni della malavita organizzata anche a partire da attività assolutamente legali di gioca d'azzardo.

Appena il settembre scorso Matteo Renzi aveva promesso che sarebbero state 'eliminate' le slot da bar e tabaccherie: oggi il Governo parla nella sua proposta di regolamento nazionale di una 'riduzione del 30%' della macchinette mangiasoldi. Anzi, la proposta del governo prevede che punti gioco di classe A non siano soggetti «ai vincoli oggi esistenti» in termini di distanze dai luoghi sensibili quali scuole, ospedali, chiese, centri di aggregazione. Di fatto tutte le ordinanze dei Comuni che fin qui si sono mossi contro questa piaga sociale verrebbero vanificate: basterebbe creare un 'ambiente dedicato' e nessun vincolo sarebbe più possibile. L'accesso sarebbe consentito previo l'esibizione della carta d'identità: ma chi la verificherà?

Restasse così il testo governativo, è innegabile che si corra il pericolo sottolineato dall'Assessora al territorio della Regione Lombardia, Viviana Beccalossi: «Così rischiamo di creare luoghi di perdizione per i malati di gioco non troppo dissimili dalle “stanze del buco” per i consumatori di eroina».



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