Non è lontano il giorno in cui un robot sorriderà o piangerà
È quest una prospettiva che trova conforto in un rapporto del World Economic Forum nella quale si legge che l'intelligenza artificiale sposterà 7 milioni di posti di lavoro e creerà 2 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020. Il primo passo, sul quale si stanno concentrando le ricerche, è far sì che i robot umanoidi siano in grado di comprendere e interagire con gli esseri umani: ecco allora che a Lisbona Goertzel ha presentato Sophia, robot di ultima generazione prodotta dalla sua compagnia con sede a Hong Kong. Il volto è quello di una donna, è in grado di parlare e di muovere gli occhi, la bocca e l’intera testa rivolgendosi ai propri interlocutori, quel che rende straordinario questo esemplare è la possibilità di assumere diverse espressioni, sorrisi e ammiccamenti per sottolineare le proprie parole.
Il volto, per il momento l'esemplare mostrato a Lisbona ha braccia e torso ma non le gambe, è fatto di "Frubber", una pelle che imita la muscolatura umana reale mentre il software che ne costituisce la 'rete neurale' permette al robot di mantenere il contatto visivo, riconoscere i volti, processare e comprendere un discorso e tenere conversazioni relativamente naturali.