"Il riciclaggio di denaro non è un problema fiscale, ma criminale": lo ha detto, nel corso di una audizione davanti alla Commissione del Parlamento europeo composta per seguire l'inchiesta sullo scandalo Panama Papers, Philippe de Koster della Unità di Informazione Finanziaria belga, una autorità amministrativa indipendente coinvolta nella lotta contro il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo. «C'è sempre -ha proseguito – un crimine dietro il riciclaggio di denaro e l'evasione fiscale e per il codice penale belga il riciclaggio di denaro è considerato al pari del reato che precede o che segue il crimine fiscale». De Koster ha pertanto chiesto che norme simili siano introdotte nel diritto dell'Unione e che vi sia un maggiore coordinamento tra le unità di informazione finanziaria in Europa.

Giovanni Kessler, direttore generale dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), ha quindi sollecitato l'istituzione di un Registro di sistema sui conti bancari nazionali che sia standardizzato, interconnesso e di facile uso a disposizione di tutte le agenzie UE che operano nel contrasto al riciclaggio di denaro. «Conoscere a chi i conti bancari soiano riconducibili – ha sottolineato Kessler – avrebbe un potente effetto deterrente anche su chi utilizza questi fondi illegali per pagare tangenti. La tracciabilità potrebbe indubbiamente aumentare la possibilità di rilevare le attività fraudolente aumentando il controllo sui movimenti di capitali».

Norbert Naulin, capo di un'unità investigativa speciale Nord Reno Westfalia istituita specificatamente per combattere la criminalità organizzata e le frodi fiscali, ha difeso la sua decisione di acquistare le informazioni da una fonte anonima sulle banche tedesche e sui beneficiari effettivi citati nella Panama Papers: «Nessuno si sveglia la mattina – ha affermato in modo molto diretto Naulin – e decide di spiegare come funziona questo sistema criminale per ragioni altruistiche».