L'Europa chiede il 2% del Pil di ogni Stato per la difesa comune
Questo anche per due nuovi fattori emersi in quest'anno: innanzitutto il progressivo ed evidente deterioramento della sicurezza globale per i molti conflitti aperti nel mondo ed in secondo luogo visti i risultati elettorali statunitensi che renderanno gli Stati Uniti più riluttanti a guidare le politiche della NATO.
«L'obiettivo principale – ha spiegato il relatore in aula della proposta sull’Unione Europea della Difesa, l'estone Urmas Paet – è unire le nostre forze per costruire una difesa solida e cooperativa a livello europeo. Nessuno degli Stati membri può accollarsi il peso di queste sfide, che necessitano un passo avanti di cooperazione interna ed esterna a livello comunitario».
Anche l’opinione pubblica è a favore dell’idea. Dai dati di Eurobarometro 85.1, il 66% dei cittadini europei vorrebbe un maggiore sforzo dell’Unione per le politiche di sicurezza e difesa comuni. Percentuale che sale fino al 79% considerando soltanto i cittadini italiani.
Per quanto riguarda la NATO, i parlamentari hanno richiesto una revisione della PSDC. la politica di sicurezza e di difesa comune, per consentire all’Europa di agire in quei casi in cui la NATO non sia disposta a farlo. Le iniziative non hanno scopo di indebolire la NATO: «La NATO promuove e difendere valori che sono fondamentali anche per l’Europa» ha ricordato il vicepresidente del Parlamento Ioan Mircea Paşcu.
Il summit europeo del 15 e 16 dicembre sarà focalizzato proprio sul rafforzamento della cooperazione europea in materia di sicurezza esterna e difesa.