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Fenice: Dmitrij Kitajenko per Mozart, Ghedini, Šostakovič

16/11/2006
Venerdì 17 novembre 2006 alle ore 20.00 al Teatro La Fenice (turno S) il direttore russo Dmitrij Kitajenko sarà alla testa dell’Orchestra e del Coro del teatro veneziano per il terzo concerto della Stagione sinfonica 2006-2007 «Incontri». Il programma della prima parte prevede la Sinfonia n. 36 in do maggiore KV 425, Linz, di Wolfgang Amadeus Mozart, seguita da un brano che proprio alla Fenice fu presentato in prima assoluta il 17 settembre 1946 nell’ambito del 9. Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale: il Concerto spirituale De la incarnazione del Verbo divino per due soprani, coro femminile e orchestra da camera di Giorgio Federico Ghedini, composto sul testo dell’omonima lauda di Iacopone da Todi. La seconda parte del concerto sarà invece interamente occupata dalla Sinfonia n. 5 in re minore op. 47 di Dmitrij Šostakovič, a conclusione del ciclo a lui dedicato nel centenario della nascita. Dmitrij Kitajenko, protagonista lo scorso anno dell’inaugurazione della Stagione sinfonica 2005-2006 con un’apprezzata interpretazione della Settima, è reduce dall’esecuzione dell’integrale delle 15 sinfonie di Šostakovič con la Gürzenich-Orchester di Colonia.

Il concerto sarà replicato sabato 18 novembre alle ore 20.00 in collaborazione con il Comitato Provinciale di Venezia della Croce Rossa Italiana.



Scritta nell’autunno del 1783, la Sinfonia KV 425 deve il suo nome alla cittadina di Linz, dove Mozart fu ospite del conte Thun durante un viaggio da Vienna a Monaco, e dove la composizione fu eseguita nel corso di un’accademia cittadina. Nella sinfonia sono presenti in maniera evidente le tracce del modello haydniano, alla cui gioiosa solarità Mozart contrappone tuttavia, a mo’ di chiaroscuro, una Stimmung irrequieta e pensosa basata su episodi dal carattere intimista e meditativo, ricchi di sospiri, effusioni cromatiche, malinconici canti solistici dei legni. Allontanandosi dalla costruzione monotematica haydniana, Mozart approfondisce un suo peculiare stile drammatico fondato sul contrasto pluritematico e sul carattere introspettivo dell’elaborazione tematica, elementi che fanno della Linz un passaggio obbligato verso la meta suprema delle ultime tre sinfonie.

Il Concerto spirituale, composto da Giorgio Federico Ghedini nel 1940 e dedicato a Goffredo Petrassi, ebbe la sua prima esecuzione alla Biennale di Venezia nel 1946. Basato sul testo della lauda De la incarnazione del Verbo divino di Iacopone da Todi, la cui forma strofica è evidenziata dall’alternanza delle due voci soliste e delle due sezioni del coro femminile, si articola in quattordici episodi tematicamente indipendenti che si svolgono senza interruzione ma sono caratterizzati ciascuno da uno strumentale proprio. La maestria timbrica di Ghedini nella creazione di atmosfere trasognate e nitidissime in sintonia con una profonda e personalissima vocazione spirituale, è evidente nella contrapposizione di ottoni e timpani da un lato ed archi dall’altro, armonizzati dall’intervento equilibratore del pianoforte.

La Quinta Sinfonia, composta nel corso del 1937 ed eseguita con grande successo a Leningrado il 21 novembre, è il frutto di un momento cruciale nell’attività compositiva di Šostakovič, sottoposto dalla fine del 1935 a dure contestazioni da parte delle autorità sovietiche. Per riscattarsi dall’accusa di «antipopolare e formalista» seguita alle rappresentazioni della Lady Macbeth del distretto di Mcensk, il compositore produsse con la Quinta un lavoro assolutamente tonale, privo di radicalismi e sperimentazioni, in cui seppe tuttavia dirigere in forme classiche un’urgenza d’espressione interiore di grande forza ed originalità. Tra le quindici sinfonie di Šostakovič, scritte in poco meno di mezzo secolo, questa è una delle più equilibrate e mature, sicuramente tra le più eseguite e amate dal pubblico.



DMITRIJ KITAJENKO

Nato a Leningrado, ha studiato presso i conservatori di Leningrado e Mosca e, con Hans Swarowski, presso l’Accademia Musicale di Vienna. Nel 1969 ha vinto il primo premio al Concorso della Herbert-von-Karajan-Stiftung a Berlino. Decisiva per la sua formazione è stata inoltre la collaborazione con il regista tedesco Walter Felsenstein con cui ha realizzato una memorabile Carmen a Mosca e a Berlino. Nominato a ventinove anni direttore principale del Teatro dell’Opera di Mosca, ha diretto numerose opere in patria e all’estero, fra l’altro a Vienna, Monaco e Bruxelles. Ha inoltre tenuto diverse tournée come direttore sinfonico debuttando con orchestre quali le Filarmoniche di Vienna e Berlino, il Gewandhaus di Lipsia, la Filarmonica di Praga e l’Orchestra di Filadelfia. Nel 1976 ha accettato la carica di direttore principale dell’Orchestra Filarmonica di Mosca che nei quattordici anni successivi ha portato a livello internazionale dirigendola in tournée in Europa, Stati Uniti e Giappone. Nel 1990 si è trasferito in Europa occidentale divenendo direttore principale dell’Orchestra Sinfonica della Radio di Francoforte (1990-1996) e dell’Orchestra Filarmonica di Bergen in Norvegia (1990-1998). Come direttore ospite continua ad apparire con molte delle più grandi orchestre del mondo tra cui la Bayerischer Rundfunk, la Filarmonica di Monaco, la London Symphony Orchestra, il Royal Concertgebouw, la NHK e diverse orchestre americane. Ha recentemente inciso l’integrale delle Sinfonie di Šostakovič con la Gürzenich-Orchester di Colonia. È direttore delle orchestre giovanili del Festival dello Schleswig-Holstein e della Bayerischer Rundfunk.

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