Sicurezza: stretta di vite sull'uso fraudolento dei documenti di viaggio
Tuttavia, la sicurezza delle frontiere non passa esclusivamente attraverso il personale stanziato negli hotspot per l'accoglienza e la gestione dei migranti, o per i fondi destinati alla fornitura di nuovi pattugliatori. Come hanno tristemente dimostrato i recenti attacchi terroristici, il fil rouge che collega diverse attività criminali è l'uso di falsi documenti di viaggio.
Al fine di incrementare la capacità di risposta dei Paesi UE alle difficoltà poste dall'utilizzo criminale di documenti falsi, la Commissione europea ha predisposto un piano d'azione su due livelli.
Il primo prevede l'invio di chiare raccomandazioni ai Paesi dell'Unione, il secondo delinea una serie di iniziative che la Commissione s'impegna ad adottare. Il piano si concentra in particolare sui documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri dell'UE ai cittadini dell'Unione e ai cittadini di Paesi terzi che vengono utilizzati per l'identificazione e l'attraversamento delle frontiere.
Benché gli Stati membri conserveranno la piena responsabilità per quanto riguarda il rilascio dei documenti e le norme di sicurezza dei documenti di viaggio rilasciati dagli Stati membri, gli obblighi in materia di controllo alle frontiere saranno stabiliti a livello europeo.
Nel dettaglio, per quanto riguarda la registrazione dell'identità, gli Stati Membri, con il sostegno della Commissione, dovranno valutare il modo migliore per evitare l'emissione di documenti autentici basati su identità false.
Inoltre, un particolare sforzo dovrebbe essere diretto al fine di esaminare in che modo gli atti di stato civile possono essere resi maggiormente resistenti ai rischi di uso fraudolento. In questo senso si ritiene sarebbe opportuno promuovere l'uso del manuale Europol sugli atti di stato civile.
Le disposizioni fanno inoltre riferimento anche alle operazioni relative il rilascio dei documenti, la produzione degli stessi ed il controllo di questi.
Per quanto riguarda tali controlli gli Stati membri dovrebbero registrare sistematicamente, sia nel sistema d'informazione Schengen (SIS) che nella banca dati dell'Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti, tutti i documenti rubati, smarriti, sottratti o invalidati, garantire alle guardie di frontiera un migliore accesso a tali sistemi di informazioni e accelerare l'attuazione della funzione di ricerca delle impronte digitali nel SIS.
La questione della sicurezza delle frontiere è un problema certamente europeo e sicuramente rilevante per l'Italia in primis. Per ovvie ragioni geografiche, il nostro Paese è d'altro canto in prima linea per quanto riguarda l'arrivo dei flussi in ingresso in Europa e, pertanto, si trova esposto più di altri al problema del riconoscimento dell'identità di migranti e richiedenti asilo.
Tuttavia, grazie anche al coordinamento fra istituzioni europee e istituzioni dei Paesi Membri l'obiettivo di frontiere più sicure è un obiettivo realizzabile sia per l'Unione che per il nostro Paese.
Fonte: Rappresentanza a Milano della Commissione europea