Le contraddizioni dell’economia italiana che non riparte
Ed in effetti gli altri dati Istat non sono affatto confortanti: ci dicono che la pressione fiscale nel terzo trimestre del 2016 è stata pari al 40,8%, segnando una riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma al tempo stesso peggiora il rapporto tra il deficit e il Pil nel terzo trimestre, che è stato pari al 2,1%, cioè il +0,1% rispetto allo stesso trimestre del 2015. E la minore pressione del fisco non è è trasformata in una maggiore disponibilità per i cittadini: lo dice il dato riferito alla propensione al risparmio delle famiglie che si attesta al 9,3% nel terzo trimestre 2016, in lieve calo, di un -0,1%, rispetto al trimestre precedente. La lievissima flessione congiunturale della propensione al risparmio che deriva da una crescita dei consumi finali di poco superiore a quella del reddito disponibile.