Lo Stato continua a non pagare i suoi fornitori privati
Una ‘catena di Sant’Antonio’ di debiti dal pubblico al privato
Secondo il Segretario della Cgia, Renato Mason, le ragioni dei ritardi nei pagamenti sono molteplici: «le lungaggini burocratiche, il cattivo funzionamento degli uffici pubblici, i vincoli di bilancio imposti da Bruxelles, l’abuso di posizione dominante del committente e la mancanza di liquidità». Ed aggiunge: «Nonostante dal primo gennaio 2013 la legge stabilisca che il pubblico debba pagare entro 30 giorni, salvo non sia un’azienda sanitaria che allora lo può fare entro 60, queste disposizioni continuano a essere spesso disattese, con ricadute molto pesanti soprattutto per le piccole imprese che dispongono di un potere negoziale molto limitato nei confronti degli enti pubblici. Un problema, è bene sottolinearlo, che, purtroppo, non riguarda solo le transazioni commerciali con il pubblico, ma anche tra aziende private. Un malcostume generalizzato che non ha pari nel resto dell’Ue».
Solo la Ue potrà essere d’aiuto ai privati
Bisogna ricordare che la Commissione Ue non ha ancora archiviato la procedura di infrazione avviata nel giugno del 2014 nei confronti dell’Italia. Infatti l’Europa è intervenuta già presso il Governo lamentando la non corretta applicazione della direttiva Ue che impone i pagamenti in tempi certi e assolutamente minori a quanto oggi non accada nel nostro Paese.
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