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Adozioni: un piano del Parlamento europeo per norme comuni

03/02/2017
Adozioni: un piano del Parlamento europeo per norme comuniIl Parlamento europeo, riunito in seduta plenaria, ha sollecitato la Commissione europea a chiedere ai Paesi UE il riconoscimento automatico dei certificati di adozione emessi da un singolo Paese d’origine di chi adotta e chi viene adottato ed ha proposto l’istituzione di un certificato europeo di adozione per accelerare il processo di riconoscimento automatico.

La risoluzione è stata adottata a stragrande maggioranza con 533 voti in favore, 41 voti contrari e 72 astensioni: non è vincolante per la Commissione europea, ma il Parlamento ha chiesto che, in caso di rifiuto, ne vengano spiegati i motivi.

L’obiettivo è una migliore protezione degli interessi dei bambini

Attualmente la Convenzione dell’Aia richiede un riconoscimento automatico di adozione in tutti i Paesi firmatari, fra cui tutti gli Stati membri UE, ma essa si applica solo in casi nei quali i genitori e il bambino adottato provengano da due Paesi differenti.

Le famiglie che hanno adottato bambini del proprio Paese devono oggi affrontare ostacoli giuridici e amministrativi quando si spostano da uno Stato membro a un altro. Ad esempio, i genitori potrebbero non essere in grado di occuparsi dell'istruzione o di un trattamento medico del loro bambino adottato, a meno che non abbiano avviato iniziative legali per dimostrare che ne hanno la custodia.

« Poiché – ha dichiarato il relatore Tadeusz Zwiefka, (PPE, PL) – con l’adozione si deve garantire al bambino amore, cura e un ambiente stabile, chiediamo alla Commissione europea di adottare misure in materia di riconoscimento dei certificati di adozione nazionali, in modo che le famiglie con bambini adottati abbiano la certezza del diritto quando si spostano in un altro Stato membro».

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