Banche: non saranno resi pubblici i nomi dei debitori insolventi
Nello stesso tempo, la Commissione ha però bocciato l’emendamento relativo alla pubblicazione della lista dei 100 maggiori debitori insolventi.
Il testo che ora va all’esame dell’aula di Palazzo Madama conferma infine l’imposizione della relazione quadrimestrale del Ministero di Economia e finanza al Parlamento sui profili di rischio degli investitori insolventi.
Taglio degli stipendi e rimozione per i manager delle banche salvate dallo Stato
L'emendamento sugli stipendi dei manager è stato presentato alla Commissione dal presidente e relatore, Mauro Maria Marino (Pd) e specifica che, nel caso lo Stato sia intervenuto nella ricapitalizzazione di una banca in crisi, così come è accaduto nel più oneroso caso a Banca MPS, il Ministero può decidere una “limitazione della retribuzione complessiva dei membri del Consiglio di amministrazione e dell'alta dirigenza”, oltre alla “revoca o sostituzione dei consiglieri esecutivi e del direttore generale” in carica.
Il Decreto va ora all’esame dell’aula di Palazzo Madama
L’ipotesi che era stata sollecitata e proposta del Presidente ABI, Antonio Patuelli, circa la creazione di una “black list” dei nomi dei grandi debitori delle banche “salvate”, non è stata accolta se non nella sua parte minore, quella che prevede che il Ministero riferisca al Parlamento ogni 4 mesi solo sui “profili di rischio” dei grandi debitori, cioè di quanti abbiano debiti in sofferenza per oltre l'1% del patrimonio della banca. Ma i nomi non saranno resi pubblici come sarebbe stato giusto attendersi a tutela di tutti gli investitori che invece fanno fronte ai propri impegni. Difficile preventivare che l’Aula possa nel corso del dibattito sul decreto possa intervenire correggendo questa stortura.
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