Previsioni economiche d'inverno 2017 : acque turbolente?
Il PIL nella zona euro è cresciuto per 15 trimestri consecutivi, l'occupazione cresce ma rimane modesta e i livelli di disoccupazione continuano a diminuire, pur rimanendo a livelli ancora preoccupanti. I consumi privati rimangono, indubbiamente, il motore dell'economia, gli investimenti crescono, restando comunque contenuti.
Le previsioni d'inverno pubblicate in data 13 febbraio 2017 dalla Commissione europea sono state riviste al rialzo, prospettando un aumento del PIL per la zona euro pari all'1,6% nel 2017 e all'1,8% nel 2018.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l’Euro e il dialogo sociale e incaricato della stabilità finanziaria, dei servizi finanziari e dell’Unione dei mercati dei capitali, ha dichiarato in una parte del suo discorso: "In tempi di incertezza, è tuttavia importante che le economie europee restino competitive e in grado di adeguarsi al mutare delle circostanze, il che richiede continui sforzi di riforma strutturale."
Anche Pierre Moscovici, Commissario per gli Affari economici e finanziari, la fiscalità e le dogane ha posto l'accento su un punto cruciale dichiarando: "Soprattutto, però, dobbiamo garantire che i benefici siano percepiti in tutte le regioni della zona euro e in tutti i segmenti della società".
Le previsioni, inoltre, annunciano prospettive di crescita per le economie avanzate, dovute in particolare alle aspettative di incentivi di bilancio negli Stati Uniti. Questo, indirettamente, potrebbe portare dei benefici per la zona euro, rilanciando le esportazioni dopo un 2016 insoddisfacente.
L'inflazione dovrebbe salire, raggiungendo nella zona euro l'1,4% nel 2018. La crescita occupazionale dovrebbe rimanere contenuta ed è prevista, conseguentemente, una riduzione della disoccupazione. Il disavanzo pubblico aggregato della zona euro e il rapporto debito pubblico/PIL dovrebbero diminuire ulteriormente nel 2017 e nel 2018.
Focalizzando l'attenzione sull'Italia ci si rende conto che la situazione non è in piena conformità con il quadro europeo. Il nostro Paese, infatti, risulta essere quello che meno crescerà nella zona euro.
Si stima una crescita del PIL reale nel 2017 dello 0.9% grazie alla politica monetaria della BCE e alla previsione di un aumento della domanda globale. La percentuale di crescita si alza all'1,1% nel 2018.
Anche in Italia i consumi dei privati rimangono la fonte principale per la ripresa economica. Gli investimenti sono destinati ad aumentare nel 2017 del 2,4% grazie agli incentivi fiscali e al Piano di Investimento per l'Europa – noto come piano Juncker.
Tutto questo, tuttavia, si inserisce in un quadro di profonda incertezza dovuta soprattutto alle intenzioni, ancora poco chiare, della nuova amministrazione statunitense che potrebbe determinare delle ricadute sul mercato europeo.