Ai cinesi piace comprare l’industria europea (e italiana)
Dalla moda al calcio, le acquisizioni cinesi nel Belpaese
Il primo obiettivo cinese sono state le industrie tedesche, ma a quanto pare anche il manifatturiero Made in Italy è molto ambito, dopo Gran Bretagna e Germania. Alberto Rossi, analista del Centro Studi per l’Impresa della Fondazione Italia-Cina, CeSIF, sottolinea che a partire dal 2012 la crescita degli investimenti cinesi in Italia è stata del +30% annuo.
L’esempio più eclatante è stato quello dell’acquisizione di Pirelli da parte di ChinaChem, per oltre 7 miliardi di euro. Ma negli ultimi tempi ci sono state anche Ansaldo Energia, società industriale genovese partecipata per il 40% da Shanghai Electric. O Krizia, storico marchio del made in Italy, acquistata dalla società di moda Shenzhen. Per non parlare poi dell’interesse per il calcio e dei casi di Inter e Milan.
Alla fin fine sono attualmente 435 le imprese italiane che vivono di una partecipazione di soci cinesi, incluso Hong Kong: il giro d’affari è pari a 14,5 miliardi di euro ed interessa un bacino di 26 mila posti di lavoro.