La nostra vita è un viaggio incredibile. Improvvisamente, nel bene e nel male, cambiano le prospettive. Da persone impegnate nell'assistenza e nell'aiuto agli altri veniamo inaspettatamente catapultati nel ruolo di pazienti.

La vicenda inizia nell'agosto del 2011 con la battaglia per scongiurare la chiusura del C.S.O. (Cure Supporto Oncologico) del Policlinico San Marco di Mestre.

La lotta ebbe come momento centrale la sottoscrizione di una petizione, (promossa dalle associazioni: Codacons, Humanitas Venetia, San Vincenzo Mestrina, Tribunale del Malato-Riviera del Brenta, AVULSS, Anffas e LILT), da parte di 16.350 cittadini, a cui si aggiunsero altre 4.000 firme dopo la consegna ufficiale della richiesta alle autorità competenti.

Sulla base delle determinazioni della Giunta Regionale del Veneto, l'Azienda ULSS 12 Veneziana aveva infatti deciso di non rinnovare la convenzione per questo importante servizio alla comunità cittadina. In sole due settimane di mobilitazione migliaia di persone espressero in maniera inequivocabile il loro rifiuto per una decisione ingiusta e lesiva della dignità dei lavoratori della sanità e degli ammalati da loro assistiti.

Così, quella che sembrava una sfida destinata a fallire si concluse con un esito positivo: l'Hospice riaprì il 25 febbraio 2013 e gradualmente riprese la sua piena funzionalità, con il ripristino dei 25 posti letto esistenti.

L'hospice è stato definito "Reparto di Eccellenza" per l'esperienza maturata in oltre 25 anni di studio ed erogazioni di cure palliative. L'aspetto più importante delle cure palliative è la presa in carico del paziente e del suo nucleo familiare, al fine di migliorarne la qualità di vita.

Importantissimo per il paziente è il controllo del dolore, senza però sottovalutare le problematiche degli altri sintomi e in generale dei disagi psicologici, sociali e spirituali. A tal fine, il dialogo fra medico e paziente è fondamentale: la bravura e la sensibilità del medico è immedesimarsi in ciò che prova il paziente, porsi sullo stesso piano, allo stesso livello, al fine di raggiungere una collaborazione attiva, basata sulla fiducia per la buona riuscita di un programma di cura. Non a caso si parla di "Alleanza Terapeutica".

Nell'hospice l'assistenza e la tutela del paziente è garantita 24 ore su 24 da una equipe multi professionale formata da medici esperti in cure palliative, da una caposala, da infermieri, da operatori sociosanitari, fisioterapisti ed altro personale specializzato opportunamente formato. Il supporto psicologico è assicurato da uno psichiatra e da una psicologa.

Come cittadina di Mestre e referente dell'Associazione Humanitas Venetia, sono stata una delle protagoniste di questa meravigliosa avventura: ed in verità, inizialmente, solo in pochi credevano saremmo giunti ad un esito positivo.

Mai avrei pensato di ritrovarmi un giorno, in questo reparto nelle vesti di paziente...dopo una umana resistenza ho scoperto che la parola chiave della mia involontaria permanenza nell'Hospice era abbandonarmi, mi sono abbandonata all'assistenza e alle cure di una equipe multi professionale, meritevole di un innegabile 110 e lode che mi ha fatto ricordare e riscoprire cosa sia l'"Umanizzazione nella Sanità", fondamento sul quale ho focalizzato gran parte della mia carriera sanitaria: da ex puericultrice ad assistente sanitaria coordinatrice, (dalla culla, alla geriatria), ho lavorato su tutto il territorio, con una notevole esperienza sia ospedaliera che territoriale. Ciò mi ha fatto capire in pieno perché pazienti, parenti, amici e conoscenti chiamano "Angeli" tutti i dipendenti di questo reparto: creature meravigliose, sempre disponibili ed educati nel momento assistenziale, ma anche sensibili e rispettosi ad accogliere le diversità intellettuali, culturali, sociali e religiose di ogni ospite e delle loro famiglie.

Dal profondo del mio cuore voglio inoltre ringraziare ogni singolo cittadino che con la propria firma ha voluto e creduto nella riapertura di questo straordinario reparto, una struttura ormai indispensabile nella nostra comunità, dove spesso il dolore e la malattia trovano espressioni così violente e drammatiche che non possono essere affrontate solo da cure tradizionali, ma devono essere affiancati da una sicura professionalità, ma anche da tanta umanità ed empatia.

Un ringraziamento doveroso al dott. Fabio Fuolega, che da anni lavora al progetto di "Umanizzazione nella Sanità e nella Società", ed al quale ci siamo spesso ispirati. Progetto, che ricordo varrebbe la pena di riprendere e di sviluppare ulteriormente.

Con profonda stima e riconoscenza vorrei trovare un termine più adatto di un semplice "Grazie" per sottolineare ciò che provo nei vostri riguardi... carissimi dott. Maestri e De Nardi, caposala e tutto il personale sanitario di questo fantastico reparto. In un angolino del mio cuore, ci sarete sempre tutti voi, ed il ricordo di un ricovero che poteva essere difficile e penoso, ma che siete invece riusciti a rendere benaccetto.

Grazie alla vostra profonda umanità mi sono sentita in famiglia, e non in un freddo reparto d'Ospedale e di questo ve ne sono infinitamente grata.

Un grande abbraccio e ancora: grazie! grazie! grazie!

Giulia Brugnone

Mestre(Venezia)