ANACI Veneto: il ‘sisma bonus’ per tutelarsi dai terremoti
Per incentivare il controllo, la riqualificazione e messa in sicurezza degli edifici, i proprietari hanno la possibilità di accedere al “Sisma bonus”, già attivo dal 2016 e confermato quest’anno, che prevede una serie di importanti agevolazioni fiscali.
«Vale per tutti gli immobili, che si trovino nelle zone con una classificazione sismica dal massimo grado di pericolosità fino a quello basso, escluso solo quello bassissimo – ha spiegato Andrea Garbo, segretario del Centro Studi Nazionale di ANACI – Molti cittadini non lo sanno ma, per chi intende intervenire, è prevista una detraibilità del 50% della spesa per la verifica della vulnerabilità e di alcuni correttivi minimali; tale opportunità sale al 75% per chi effettua lavori di adeguamento, che consentano il miglioramento di una classe per l’immobile (sono 8: dalla G alla A+); la detraibilità sale fino all’85%, quando il miglioramento è doppio. Questo vale per 5 anni e fino a 96.000 euro a individuo. Peraltro, la legge prevede la possibilità di cumulare il beneficio per il condominio a quello del singolo individuo proprietario che, se ritiene, può realizzare interventi aggiuntivi a quelli collettivi».
Il “Sisma bonus” è un vantaggio da sfruttare anche alla luce del fatto che, potenzialmente, tutto il territorio nazionale, dunque anche quello regionale, è soggetto a terremoti. In Veneto, la mappatura esclude zone 1, cioè a massimo pericolo (colore rosso): la più vicina a Nordest si trova in Friuli Venezia Giulia, dove le scosse del 1976 con epicentro a Gemona causarono un migliaio di morti. La zona 2 a pericolo medio (colore arancione), si trova in parte dell’Alto Trevigiano e al confine con il Friuli Venezia Giulia. La zona 3 a pericolo basso (colore giallo) sta nella fascia pedemontana e montana, mentre la zona 4 a pericolo bassissimo (colore verde) riguarda la pianura e il litorale.
«Il terremoto è una costante geologica, che ci sarà sempre. A livello nazionale, dall’unità d’Italia a oggi, si è verificato un fenomeno di magnitudo superiore a 5,5 gradi ogni 5 anni. Il rischio aumenta in proporzione alla crescita del costruito, cui purtroppo corrisponde un deficit di formazione e informazione» ha sottolineato Dario Tosoni della Direzione Difesa del Suolo dell’Unità Operativa di Geologia della Regione Veneto.
Sul piano della mappatura del territorio, della classificazione sismica e dell’aggiornamento delle norme tecniche, la “rivoluzione” si è avuta nel 2003 dopo il terremoto, che colpì il Molise e la Puglia (con il tragico crollo della scuola di San Giuliano, costato la vita a bambini e maestre), dopo anni di sostanziale immobilismo, nonostante episodi gravi, primo tra tutti quello dell’Irpinia nel 1980.
«Da allora – ha osservato Alessandro Gasparini, strutturista dell’Università di Padova – le zone, che prima erano considerate non classificate (colore grigio), sono diventate zona 4. Significa che tutto il territorio nazionale è sismico: dove molto e dove pochissimo, ma comunque lo è. Questo vuol dire che gli accorgimenti vanno tenuti dovunque anche in ipotesi di lieve pericolo di scuotimenti».
Nessuno ne è esente, tanto più che le norme tecniche introdotte nel 2008 e in vigore dal primo luglio 2009, come risultanza del catastrofico terremoto de L’Aquila, sono state più volte prorogate e di fatto, pur rendendo obbligatoria la verifica sulla vulnerabilità delle costruzioni, non fanno altrettanto in termini di adeguamento e miglioramento strutturale.
«La crisi economica ha colpito soprattutto il settore edilizio e nell’ultimo decennio il costruito è stato molto poco – ha concluso Lino Bertin, presidente di ANACI Veneto – Dal momento che tutto il preesistente risponde a criteri vecchi ed espone a rischi, è importante che i cittadini sappiano che si deve intervenire in termini di prevenzione. Gli strumenti e le competenze non mancano: possono contare sul supporto di noi amministratori e non devono dimenticare che è possibile sfruttare le agevolazioni fiscali del Sisma bonus. Quanto accaduto in Centro Italia, tra agosto e ottobre dello scorso anno, è un monito che non si deve abbassare la guardia, da nessuna parte».
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