Ad un anno dal disastroso terremoto in Centro Italia e subito dopo il recente sisma che ha colpito l’isola di Ischia, la sezione veneta dell’Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari (ANACI) ha ricordato che anche in Veneto le costruzioni hanno un’età media piuttosto elevata. Al tempo stesso ha sottolineato che per incentivare il controllo, la riqualificazione e la messa in sicurezza degli edifici, i proprietari hanno, la possibilità di accedere al “sisma bonus”, già attivo dal 2016, confermato quest’anno e che prevede una serie di importanti agevolazioni fiscali.
«Vale per tutti gli immobili, che si trovano in zone con una classificazione sismica anche bassa – spiega Andrea Garbo, Segretario del Centro Studi ANACI – Molti cittadini non lo sanno, ma è prevista una detraibilità pari al 50% della spesa per la verifica della vulnerabilità e di alcuni minimi correttivi; tale opportunità sale al 75% per chi effettua lavori di adeguamento, che consentano il miglioramento di una classe di sicurezza per l’immobile. Questo vale per 5 anni e fino ad un massimale di 96.000 euro. Peraltro, la legge prevede la possibilità di cumulare il beneficio per il condominio a quello del singolo proprietario».

Le agevolazioni del “sisma bonus” sono un forte incentivo anche in Veneto

In Veneto, la mappatura esclude zone di massimo pericolo, ma la più vicina è in Friuli Venezia Giulia, dove le scosse, con epicentro a Gemona, causarono nel 1976 un migliaio di morti; pertanto, la zona veneta di confine è considerata a pericolo medio così come una parte dell’Alto Trevigiano. La zona a pericolo basso è invece nella fascia pedemontana e montana.
«Complice la crisi, nell’ultimo decennio si è costruito molto poco – conclude Lino Bertin, Presidente di ANACI Veneto – I cittadini devono sapere che è opportuno intervenire in prevenzione, poiché la gran parte degli edifici non risponde a moderni criteri antisismici ed è esposto a rischi strutturali in caso di scosse telluriche».