Perché gli italiani (e non solo) non comprano più la tv?
Al di là della moltiplicazione degli schermi disseminati per la casa (dal caminetto al termosifone) la televisione è messa in crisi dagli smartphone e dai tablet per le scelte fatte dai produttori di contenuti multimediali. Ecco allora spiegato il dato che l’istituto di ricerca GfK ha registrato: tra gennaio e luglio, quest’anno si sono venduti il 10% in meno di televisioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Colpa di una programmazione poco attraente? Non si direbbe visto che la flessione non è solo italiana, anzi: in Francia, ad esempio è stato registrato un tracollo del -46%. i grandi marchi si consolano perché la spesa media per apparecchio è in aumento, dai 370 € dell’anno scorso ai 387 di oggi, segnale che gli acquirenti cercano si modelli sempre più avanzati tecnologicamente.
Quella in atto è una, lenta ma sicura, rivoluzione nel modo di intrattenere gli spettatori
Resta però inconfutabile che sono i ragazzi i primi che hanno abbandonato la tv per i loro amati smartphone o tablet: non stanno più davanti allo schermo per seguire lunghi spettacoli. Meglio guardare programmi più brevi, veloci pensati per essere consumati in qualunque momento della giornata e in qualunque luogo.
È in questa chiave che si nasconde il crescente successo delle serie che gli operatori offrono in streaming, magari studiate sulla tecnica della ‘fruizione immersiva’ che chiede realmente agli utenti, attraverso l’interattività concessa da internet, come vogliono che proceda la storia che stanno guardando. La serie diventa quindi una specie di enorme videogame governato dalla maggioranza degli spettatori: non è fantascienza, ma una rivoluzione, sì!
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