L’autonomia non porterà al Veneto più soldi di oggi
Il punto di partenza della campagna autonomista, più volte ripetuto dal Presidente Zaia, è che il Veneto manda a Roma più soldi di quanti non ne riceva. Una cifra che di volta in volta è stata definita di 23 miliardi, poi scesa a 15 e comunque che potrebbe cambiare le sorti economiche della regione. Utilizzando i dati ufficiali Istat, i più aggiornati si fermano al 2014, risulta che la differenza sarebbe di poco più di 9 miliardi. Ma, spiega il professor Greco bisogna conteggiare anche altre due voci fin qui non considerate. In primo luogo il dovere costituzionale di tutti i cittadini italiani di pagare il debito dello Stato, cifra enorme, esplosa dagli anni ‘80 e che, in realtà, sta continuando a crescere anno dopo anno.
Già oggi, contrariamente alla campagna autonomista, le tasse venete restano all’86% ai veneti
Secondo fattore determinante: a Roma ci sono tutte le sedi centrali dei Ministeri, ed altri uffici centrali fobndamentali, il cui costo deve essere pagato da chi gode dei benefici conseguenti. Cioè da tutti i cittadini, perché è evidente che, per fare un esempio, lo stipendio dei dipendenti della Protezione Civile che pure non risiedono in Veneto offrono certamente un servizio anche ai veneti.
Ebbene, considerando questi due elementi, e conteggiando anche i benefici previdenziali garantiti dallo Stato ai cittadini veneti, ecco che il residuo fiscale veneto viene drasticamente ad abbassarsi ad appena 3 miliardi e mezzo (sempre facendo conto si dati ufficiali del 2014). Soprattutto ecco che la sbandierata richiesta di tenere nel Veneto il 90% delle tasse pagate dai veneti, viene a cozzare contro una realtà che dice che oggi nella regione restano già tra l’86 e l’89% delle tasse pagate. Ecco perché l’autonomia non farà ricchi i veneti più di quanto non siano oggi.
«L’autonomia è una cosa seria – sottolinea il presidente gruppo regionale del Partito Democratico, Stefano Fracasso – non è una questione di soldi come si vorrebbe far credere quanto piuttosto di competenze». Una questione di potere politico, insomma, che viene alimentata con lo specchietto per le allodole dei soldi, argomento sempre buono da agitare in campagna elettorale.
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