Secondo un’analisi dell’Ufficio Economico Confesercenti, nel 2016 il settore del retail italiano ha registrato una diminuzione delle vendite di circa 7,7 miliardi di euro, pari a oltre 300 euro di spesa in meno per famiglia rispetto al 2010. Crisi a parte, il trend negativo è dovuto anche a una maggiore incidenza dell’e-commerce, che in Italia cresce del 17% ogni anno.
Ma a segnare il 2017 sono gli accordi che segnano il passaggio dal “virtuale” al “fisico”. Il via è stato dato dall’accordo da 13,7 miliardi di dollari firmato tra Amazon e Whole Foods Market, catena americana di supermercati per attuare Amazon Go. Negli store che adotteranno questa tecnologia il sistema rileverà automaticamente i prodotti che vengono prelevati o restituiti sugli scaffali, tenendone traccia in un carrello virtuale. Al termine non si passerà più dalla cassa perché la ricevuta d’acquisto verrà caricata automaticamente sull’account Amazon.

Nel futuro i negozi saranno solo i gestori dei campionari e la merce arriverà a casa dal magazzino

Immediata la risposta di Google che ha firmato un accordo con l’altro big della Gdo americana, Walmart: negli Stati Uniti sarà possibile acquistare un prodotto Walmart semplicemente con un comando vocale attraverso uno smartphone o il dispositivo Google Home.
C’è anche un altro modello di business che si sta sviluppando nel passaggio dall’online all’offline. E’ quello dei guideshop, negozi, per ora presenti solo oltreoceano, che non dispongono di magazzino fisico, ma che permettono ai clienti di valutare e indossare campioni per trovare il modello e la misura perfetti.  Questi store eliminano il più grande punto debole dell’e-commerce: i consumatori sono in grado di valutare il prodotto prima di acquistarlo. Inoltre, facendo a meno del magazzino, l’azienda può gestire negozi più piccoli e più redditizi, risparmiando sui costi di affitto.