Ora la banda ultraveloce in Italia c’è, i collegamenti no!
Secondi il report I-Com, l’Italia è cresciuta di una posizione in classifica rispetto all’edizione 2016, dalla 23a alla 22°, e ha ridotto di oltre cinque punti la distanza dal Paese leader, la Danimarca, grazie soprattutto ai miglioramenti sul piano dell’offerta digitale fissa, dove la copertura è passata dal 43,9% al 72,3%, un salto in avanti notevole che va quasi a chiudere il gap rispetto alla media europea, ridottosi a soli 3,7 punti.
C’è ottimismo però sul trend di crescita che porterà l’Italia a colmare il gap entro 5 anni
Le notizie positive non compensano però la situazione negativa sul fronte della domanda: resta, in particolare, molto deludente – si legge nel report I-Com – il numero di sottoscrizioni di abbonamenti in fibra, pari nel 2016 a solo il 3% del totale degli abbonamenti in banda larga.
I ricercatori sottolineano però come l’adozione nel marzo 2015 della “Strategia nazionale per la banda ultralarga” e della “Strategia per la crescita digitale 2014-2020” abbiano segnato un momento di svolta per il nostro Paese, creando “un clima di maggiore fiducia e avviando un processo virtuoso infrastrutturale prodotto dagli ingenti investimenti da parte degli operatori che stanno consentendo al nostro Paese di accelerare il recupero rispetto ai best performer europei, tanto da poter ribadire con più forza l’Italia come un fast mover nel contesto europeo, cioè un Paese che, pur partendo da una condizione di ritardo rispetto alla media europea, è sulla strada giusta per colmarlo entro un periodo di 3-5 anni”.