Confcommercio chiede un cambio di registro nella crescita
Il Veneto è la seconda regione in Italia per consumo di suolo, con un valore percentuale del 12,21%, contro una media nazionale del 7,64%. In un solo anno, fra il 2015 e il 2016, il valore assoluto di suolo consumato nella nostra regione è stato di 563 ettari,. «È arrivato il momento di cambiare registro – ha aggiunto Zanon – di immaginare un orizzonte diverso, più condiviso ed equilibrato. La nostra idea è tornare a stimolare la crescita imprenditoriale di piccole e grandi attività dove la gente vive, recuperando l’errore ormai commesso ed evidente: se si esportano al di fuori dei centri urbani le attività commerciali, le città muoiono. Non esiste una città che possa essere attrattiva se oltre alle sue bellezze non ha anche un mix commerciale».
La nuova legge regionale sul consumo del suolo avrà in primavera il suo regolamento attuativo
«La Regione – ha risposto Luca Zaia – si è impegnata con la nuova legge urbanistica a proteggere questa terra senza frenarne la crescita. Abbiamo capito da tempo che il nostro futuro non è riempire il Veneto di centri commerciali, ma di valorizzare ciò che abbiamo. Di grande distribuzione ce n’è che basta, diciamo pure che il Veneto ha già dato: ora è arrivato il momento di mettere mano ai centri urbani. Lo scopo è riportare la vita dove da molti anni si sono spente le vetrine. Credo che i centri commerciali stiano già iniziando ad avere i loro problemi: basta guardare i fatturati di Alibaba per capire che la ‘valanga’ dell’e-commerce non è poi così lontana».
Le conseguenze del consumo di suolo si fanno sentire anche sul piano sociale e occupazionale: «Per ogni occupato nella grande distribuzione – ha sottolineato il professor Amerigo Restucci – ci sono tre o quattro posti di lavoro che si perdono nella distribuzione di vicinato. Adesso, anche per i cambiamenti tecnologici che rapidissimi stanno mutando gli scenari, è più che mai indispensabile tornare nel cuore delle città con i servizi e i negozi di vicinato».