Senza nuove tasse (per ora), la Ue combatte la plastica
Il Commissario per la crescita e gli investimenti, il finlandese Jyrki Katainen, non nega che si stia ragionando su di una futura ‘plastic tax’, ma per ora dichiara che: «è troppo presto per promettere qualunque cosa. Le tasse mi piacciono solo quando sono ben concepite, e ancora non ci siamo». «È tempo di agire e di fare qualcosa – gli fa eco il vice presidente, Frans Timmermas – Ogni anno gli europei generano 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica, ma meno del 30% è raccolta per essere riciclata. Continuando di questo passo, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci. Bandirla è impossibile, e abbiamo bisogno della plastica, ma abbiamo bisogno di una plastica migliore e più riciclabile».
L’obiettivo è quello di usare solo plastica biodegradabile in Europa entro il 2030
Per ottenerla la Commissione ha deciso di puntare su due fronti, uno legislativo e un altro finanziario. Si lavora a nuove norme sugli imballaggi con l’obiettivo di migliorare la riciclabilità delle materie plastiche utilizzate sul mercato e accrescere la domanda di contenuto di plastica riciclata. Si vuole in sostanza sviluppare una filiera per il recupero e il commercio della materia. Impianti di trattamento specializzati permetterebbero di risparmiare circa 100 euro a tonnellata raccolta rispetto ai costi attuali.
L’italiana Simona Bonafè, relatrice del pacchetto sull’economia circolare, sottolinea che: «Il pacchetto europeo prevede misure importanti per limitare l’uso delle microplastiche nei prodotti e per stabilire l’etichettatura di quelle biodegradabili e compostabili. Direttive in linea con il sentiero già intrapreso dal nostro Paese sia con le normative sui cotton-fioc non biodegradabili e le microplastiche nei cosmetici sia con la normativamente sui sacchetti compostabili».