Più fondi europei per combattere le cause dell’immigrazione
«Con questo voto – ha dichiarato la relatrice Eider Gardiazabal Rubial (S&D, ES) – miglioreremo l'azione dell'UE all'estero attraverso la BEI, aumentando la nostra capacità di investimento a 32,3 miliardi di euro entro il 2020, con uno sforzo speciale nei paesi mediterranei e nei Balcani. Abbiamo fatto in modo che tutte le iniziative finanziate attraverso questo programma contribuiscano al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e, quindi, all'eliminazione delle cause profonde della migrazione. Inoltre, per rispettare l'accordo di Parigi e il nostro impegno ad aiutare i Paesi in via di sviluppo, abbiamo aumentato la quota degli investimenti legati al cambiamento climatico dal 25% al 35%».
I progetti realizzati al di fuori dell'UE rappresentano circa il 10% del totale dei prestiti BEI
L'UE fornisce una garanzia di bilancio alla Banca europea per gli investimenti (BEI) con un massimale di 30 miliardi di euro (27 miliardi di euro più 3 miliardi di euro di riserva) per le operazioni "esterne" per il periodo 2014-2020. Le nuove norme libererebbero questi 3 miliardi di euro posti in riserva. Di questi, un importo fino a 1,4 miliardi di euro sarebbe destinato ai progetti del settore pubblico che affrontano le cause profonde della migrazione.
Il mandato della Banca europea per gli investimenti per i prestiti ai Paesi terzi, oltre all’impegno ad affrontare le cause profonde della migrazione, vede il rafforzamento delle disposizioni volte a prevenire il riciclaggio di denaro e combattere il terrorismo, l’evasione, l'elusione e la frode fiscale.
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