L’Europa non rispetta il Trattato di Dublino sui migranti
In Francia, le Ong segnalano come la polizia abbia con violenza evacuato alcuni insediamenti informali, dove abitavano diverse centinaia di persone nel nord della Francia a Calais e Grande-Synthe. Non è diversa la situazione in Italia: a Ventimiglia, rileva l’Agenzia, molti bambini vivono con rifugiati adulti nei centri di accoglienza. In Sicilia, la Ong “Terres des Hommes” riporta come alcuni minori, arrivati dalla Libia in gravi condizioni fisiche e mentali, abbiano dovuto aspettare 13 mesi in centri di accoglienza con adulti prima di essere trasferiti in quelli solo per minori.
Il prezzo più caro lo stanno pagando i bambini e le famiglie che non possono ricongiungersi
Anche in altri Stati dell’Unione europea, la situazione è ancora critica come in Spagna. Secondo il Ministero di Interno, sono più di 22.100 gli arrivi irregolari sulle coste iberiche, quasi il triplo rispetto 2016. Lo scorso anno sono state registrate 223 morti di immigrati che hanno cercato di attraversare il mar Mediterraneo verso la Spagna, mentre quest’anno sono già 75 coloro che hanno perso la vita.
In Ungheria la polizia di confine ogni giorno stringe sempre di più la morsa, limitando gli ingressi a due su dieci. In Grecia, negli hotspots sulle isole di Chios e Samos, denuncia l’Agenzia, molte persone incluse famiglie con bambini hanno affrontato dure condizioni meteorologiche in tenda senza riscaldamento.
La possibilità di poter riunire le famiglie è sempre più difficile. Sono 3.800 i richiedenti di asilo eleggibili che per riunificare la propria famiglia, come prevede il Trattato di Dublino, stanno aspettando da più di sei mesi in Grecia per raggiungere la Germania. Nei Paesi Bassi, si attende oltre 10 mesi, anche se la legge ne prevede 6, mentre in Germania e Svezia le leggi limitano i ricongiungimenti familiari.
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