Acqua: il pianeta è sull’orlo di una crisi irreversibile
Secondo quanto riportato dal Global Water Forum, attualmente gli esseri umani consumano circa 4.600 chilometri cubici di acqua ogni anno, di cui il 70% va all’agricoltura, il 20% all’industria e il 10% alle famiglie. La domanda globale è aumentata di sei volte negli ultimi 100 anni e continua a crescere al ritmo del +1% ogni anno. In questo contesto più di due miliardi di persone sono costrette a bere acqua non potabile e oltre 4,5 miliardi non ha accesso a servizi igienico-sanitari sicuri. Inoltre circa l’80% delle acque reflue viene sversato direttamente nell’ambiente e le catastrofi legate all’acqua rappresentano il 90% dei disastri naturali più devastanti dal 1990 a oggi.
Dalle Nazioni Unite l’indicazione di cambiare la politica delle grandi infrastrutture
“La siccità è probabilmente la più grande singola minaccia provocata dai cambiamenti climatici”, si legge nel documento. Entro il 2050, secondo il rapporto, tra 4,8 e 5,7 miliardi di persone vivranno in aree scarsamente idriche per almeno un mese all’anno, rispetto ai 3,6 miliardi di oggi, mentre il numero di persone a rischio di inondazioni aumenterà fino a 1,6 miliardi, dagli attuali 1,2 miliardi.
Anche la qualità dell’acqua si sta deteriorando: a partire dagli anni ’90, l’inquinamento è peggiorato in quasi tutti i fiumi dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina e si prevede peggiorerà ulteriormente nei prossimi ventanni, principalmente a causa dei deflussi agricoli di fertilizzanti e altri prodotti chimici.. «Di fronte a un consumo accelerato – spiega Gilbert Houngbo, presidente di UN Water – al crescente degrado ambientale e agli impatti multiformi dei cambiamenti climatici, abbiamo chiaramente bisogno di nuovi modi per gestire le richieste di acqua dolce».