La consulenza ‘sociale’ all’Europa ha una guida italiana
Jahier subentra al greco Georges Dassis e arriva ad occupare la prima carica del Cese otto anni dopo un altro italiano, Mario Sepi, che ricoprì l’incarico tra il 2008 e il 2010. Il Cese elabora pareri tecnici sulle proposte di leggi europee e, inoltre, può prendere l’iniziativa di lanciare degli studi su altre problematiche che a suo giudizio meritano una riflessione. Nel Comitato sono rappresentate tutte le componenti della cosiddetta ‘società civile organizzata’, dai sindacati agli imprenditori, dalle associazioni di categoria alle Ong e i rappresentanti dei consumatori, le organizzazioni per la difesa dell’ambiente. L’organizzazione del Comitato è fondata su delegazioni nazionali dimensionate in base alla grandezza e alla popolazione dei singoli Paesi membri.
Anche in Italia l’omologo organismo chiede di (ri)ottenere il pieno riconoscimento del Governo
Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, poi dei Trasporti e attuale presidente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel), ha commentato: «Avere un italiano darà più equilibrio anche al modello sociale europeo troppo nordico ed esclusivo. Al Cese, i nostri rappresentanti datoriali e sindacali sono sempre stati attivi e ultimamente hanno fatto questa specifica commissione sulle nuove professioni, una splendida iniziativa. L’elezione di Jahier ne è il riconoscimento». L’ex ministro non perde l’occasione per spezzare una lancia in favore del Cnel, che come si ricorderà il referendum del dicembre 2016 intendeva cancellare. «Il Cese – spiega Treu – è parte della programmazione europea, del semestre europeo che dà le grandi linee economiche e sociali, e sono anche molto rispettati. Fanno un’attività importante di razionalizzazione della vita politica. Al Cnel aspireremmo di avere lo stesso ruolo in Italia».