Parità di lavoro, parità di retribuzione nell’Unione Europea
Le nuove regole stabiliscono che a tutti i lavoratori distaccati si applicheranno le norme del Paese ospitante in materia di retribuzione. Gli Stati membri dovranno, inoltre, applicare anche i contratti collettivi regionali o settoriali, se di ampia portata e rappresentativi, finora applicati solo nel settore delle costruzioni. La durata del distacco è stata fissata a 12 mesi, con una possibile proroga di altri 6 mesi. Trascorso tale termine, il lavoratore può restare o lavorare nel Paese ospitante, ma dovrà a quel punto essere soggetto all’intera normativa sul lavoro vigente in quello Stato.
Entro due anni gli Stati dovranno adottare uno strumento che parifica il lavoro nell’intera Unione
Il fenomeno distacco è aumentato del 69% tra il 2010 e il 2016, anno nel quale i 'lavoratori distaccati' nell’UE sono arrivati a toccare complessivamente i 2,3 milioni.
«La nuova direttiva – ha detto la relatrice del provvedimento Elisabeth Morin-Chartier (PPE, FR) – traccia una rotta chiara verso un’Europa più sociale, con una concorrenza più equa tra imprese e con un miglioramento dei diritti dei lavoratori. Approvando l’accordo, il Parlamento garantisce migliori diritti ai lavoratori e la necessaria protezione nei confronti delle imprese». «L’Europa sceglie la parità di retribuzione per gli stessi tipi di lavoro nello stesso luogo – sottoliena Agnes Jongerius (S&D, NL), co-relatrice – I colleghi possono essere di nuovo colleghi e non esser in competizione. Si tratta di un passo importante verso la creazione di un’Europa sociale, che protegga i lavoratori e impedisca alle imprese di intraprendere una corsa al ribasso, ma anche di un’Europa che non conosce confini e che cerca una forza lavoro normale».