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Continua a crescere il debito delle famiglie con le banche

13/08/2018
Continua a crescere il debito delle famiglie con le bancheAl 31 dicembre 2017, i debiti delle famiglie italiane con le banche e gli istituti finanziari ammontano a quasi 534 miliardi di euro per un importo medio a 20.549 euro ciascuna. I dati sono frutto dell’elaborazione fatta dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre, le cui valutazioni sono sempre molto stimate per attendibilità a livello nazionale. Dal 2014 l’andamento è in costante crescita e negli ultimi 3 anni il debito è aumentato di 40,6 miliardi di euro, pari al +8,2%.
Il ruolo economico delle famiglie italiane è importantissimo: il 60% circa del Pil nazionale è riconducibile ai consumi dei nuclei familiari. E l’eventuale aumento dell’Iva potrebbe compromettere ulteriormente la tenuta economica delle famiglie, soprattutto di quelle ubicate nelle realtà più in difficoltà del Paese. «Anche se fosse solo selettivo – dichiara il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA, Paolo Zabeol’eventuale aumento dell’ Iva peggiorerebbe, in particolar modo, la situazione economica delle famiglie meno abbienti. E nemmeno l’operazione ‘meno Irpef più Iva’ sarebbe a saldo zero. I 10 milioni di contribuenti Irpef che rientrano nella no tax area, tra i quali i disoccupati e coloro che percepiscono una pensione di invalidità, non avrebbero alcun benefico dall’introduzione della flat tax. Per contro, subirebbero un aumento dei prezzi di beni e servizi che toglierebbe loro ulteriore liquidità».

Nel conteggio entrano i mutui per la casa, ma anche i prestiti su pegno e la cessione dello stipendio

Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane, tiene a precisare l’Ufficio studi della CGIA, si intende quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, prestiti personali, prestiti contro la cessione dello stipendio, aperture di credito in conto corrente (in genere forme di credito al consumo). Sono inoltre incluse altre forme tecniche di prestito che, come indicato dalla Banca d’Italia, non sono specificate nelle statistiche (ad esempio, carte di credito, prestiti su pegno ecc.).
«La maggiore incidenza del debito sul reddito – continua Zabeo – si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli, vale a dire in quelle a rischio esclusione sociale che, statisticamente, sono tornate a crescere paurosamente, visto che gli effetti della crisi hanno accentuato, anche da noi, il divario tra poveri e ricchi».

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