L’economia italiana sta rallentando più di quella europea
“La crescita dell’area euro rallenta – scrive l’Istituto di Statistica – ma continua il processo di riduzione della disoccupazione. Anche in Italia prosegue la fase di debolezza dell’attività manifatturiera, accompagnata dal calo degli ordinativi e delle esportazioni, più diffuso nell’area al di fuori della zona euro. Il mercato del lavoro si rafforza, aumenta l’occupazione e simmetricamente si riduce la disoccupazione. L’inflazione torna ad aumentare, mantenendosi comunque su ritmi inferiori a quelli dell’area euro”. L’Istat rileva che l’economia italiana sta registrando un rallentamento rispetto alla prima parte del 2017, crescendo ad un ritmo congiunturale dello 0,3%, mantenendo lo stesso risultato del trimestre precedente. “La lieve decelerazione emersa determina un ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale che scende all’1,4%”.
Il reddito delle famiglie consumatrici rallenta la sua crescita e si riduce la propensione al risparmio
Sono stati, prosegue la rilevazione dell’Istituto di Statistica, un aumento del valore aggiunto raggiunto dai settori dell’agricoltura, silvicoltura, pesca e dei servizi a fronte di un aumento del valore aggiunto dell’industria pressoché nullo a determinare l’incremento congiunturale del PIL, con un contributo positivo, dal lato della domanda, della componente di “richiesta nazionale” e un apporto negativo della domanda estera.
Il reddito delle famiglie consumatrici è cresciuto a un ritmo inferiore di quello dell’ultima parte del 2017, crescendo solo del +0,2% assieme a un aumento dell’inflazione e un aumento dei consumi delle famiglie, nel primo trimestre, del 2018 del +0,8% rispetto alla rilevazione trimestre precedente, dopo oltre un anno, stiamo assistendo a un “calo congiunturale del potere d’acquisto”. Ovvio quindi che la propensione al risparmio si stia riducendo, scendendo, in termini congiunturali di -0,5 punti percentuali, al 7,6% (che è lo stesso valore del secondo trimestre del 2017 e che rappresenta il minimo da fine 2012).