Universalmente si definisce madrelingua quella che il bambino e la bambina imparano per prima e che per tutta la vita li accompagnerà nelle espressioni spontanee. Ma l’apprendimento di questa lingua è molto più complesso e coinvolge pienamente anche la figura del padre: dalle madri si assimila la pronuncia e il suono, mentre dai padri si apprende il vocabolario. È quanto sostengono i ricercatori della cinese Fudan University di Shanghai.
Premesso che comunque anche i bambini che hanno due padri o due madri imparano a parlare e quindi che la distinzione è relativa più al ruolo ed alle relazioni che si generano in seno alla famiglia piuttosto che ad un mera distinzione di sesso tra i genitori, i ricercatori cinesi hanno dimostrato che i piccoli imparano il linguaggio prima ancora di essere nati. Quando nascono possono già stabilire la differenza tra la lingua della propria famiglia e una straniera e riconoscono già 800 parole.

L’apprendimento inizia prima della nascita e prosegue con il genitore che accudisce il bambino

Gli autori della ricerca cinese hanno esplorato le relazioni genetiche e linguistiche in 4 popolazioni diverse nell’area Indo-Europea studiando le variazioni che seguono quelle del cromosoma Y, quello maschile, e la corrispondenza con il Dna mitocondriale, che invece viene passato solo dalle madri.
La rete di contatti e dunque di trasferimento basata sul cromosoma Y indica contatti, mescolanze ed evoluzioni tra maschi. Mentre quella femminile dimostra una polarizzazione materna soprattutto nelle aree indo iraniane ed europee. Il team ha concluso che i cambiamenti in ambito lessicale seguono linee paterne, mentre quelle fonemiche, ovvero i suoni, seguono quelle materne. Secondo Menghan Zhang, ricercatore del Lamboratorio di Antropologia contemporanea e dello Human Phenome Institute dell’università di Fudan, i risultati indicano una teoria secondo la quale nel linguaggio è presente una dominanza maschile, alla quale le donne corrispondono proponendo una sorta di seconda lingua.