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Bene l’occupazione in Veneto, ma è precaria e sottopagata

14/11/2018
Bene l’occupazione in Veneto, ma è precaria e sottopagataNegli ultimi dieci anni la percentuale dei giovani precari in Veneto è raddoppiata, passando dal 18% del 2007 al 34% del 2017, con il risultato che più di un terzo degli under 34 in Veneto non ha un lavoro stabile. Il mondo del lavoro insomma si sta facendo sempre più precario: gli occupati dipendenti complessivi nell’ultimo anno sono cresciuti del 3,2%, quelli a tempo determinato del 15,3%. Malgrado questo, e visto il panorama nazionale, il Veneto deve essere considerato una delle regioni leader in Italia per dinamicità del mercato del lavoro.
A mettere a fuoco le dinamiche economiche e sociali di un mercato del lavoro sempre più divaricato è l’ultimo bollettino mensile “Statistiche flash” dell’Ufficio statistica della Regione Veneto. I giovani veneti, si legge, si trovano in una condizione di vantaggio rispetto ai coetanei delle altre regioni: il tasso di disoccupazione giovanile è del 20,9%, cioè 14 punti in meno della media nazionale ed anche i Neet (cioè i giovani che non studiano e non lavorano) sono solo 15 su 100, contro il 24 su 100 del complesso del Paese.

Si allarga la forbice tra le famiglie ricche e quelle povere con i giovani che sono i più penalizzati

Secondo “Statistiche Flash”, sono in aumento la percentuale di lavoratori con una bassa paga e quella degli occupati con un titolo di studio superiore a quello richiesto per svolgere la professione in cui sono impiegati. Nel 2017 i dipendenti in Veneto che guadagnano una retribuzione oraria inferiore a 2/3 di quella mediana sono il 6,8% e il 23,6% risultano essere i sovraistruiti, oltre 6 punti percentuali in più dal 2007. E si allarga la forbice della disuguaglianza sociale: nel 2016 il 20% delle famiglie più ricche deteneva un reddito complessivo pari a 4,3 volte quello del 20% delle famiglie più povere, un anno prima la distanza era di 3,8 volte.
Non basta avere un lavoro per essere al riparo della povertà – annota Statistiche Flash – Lavori sotto inquadrati, part time involontario, contratti di lavoro a termine, ingresso ritardato dei giovani nel mondo del lavoro e bassi salari, sono tutti elementi che incrementano il rischio di povertà ed esclusione sociale. Non si tratta quindi solo di creare posti di lavoro, ma anche di sviluppare qualità nell’occupazione”.

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