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L’Europa è aperta agli investimenti esteri, ma li monitora

21/11/2018
L’Europa è aperta agli investimenti esteri, ma li monitoraAccordo raggiunto sullo screening degli investimenti esteri in rapporto alla sicurezza: l'UE sarà in grado di proteggere settori strategici che vanno dall'aerospaziale alla sicurezza alimentare, dai media alle batterie elettriche, dalla robotica alle tecnologie nucleari perché questi settori non diventino preda di investitori stranieri. Un investimento in settori delicati e strategici potrebbe infatti influenzare i servizi pubblici e la sicurezza alimentare nei Paesi della UE.
I negoziatori del Parlamento Europeo hanno concordato con il Consiglio e la Commissione un monitoraggio continuo degli investimenti che provengono da Paesi extra-unione per garantire la sicurezza e l’ordine pubblico. Le tre istituzioni hanno appoggiato i piani per istituire un meccanismo per controllare gli investimenti esteri diretti (IED) in modo trasparente, prevedibile e non discriminatorio. L'obiettivo è garantire che gli investimenti stranieri non costituiscano una minaccia per infrastrutture critiche, tecnologie chiave o informazioni sensibili sull'accesso. La nuova legislazione consentirà all'UE di rimanere aperta agli investimenti stranieri, senza cadere in alcuna forma protezionistica. Al tempo stesso, le nuove regole consentiranno maggiore trasparenza e risposte uguali in ciascun Paese dell’Unione se gli investimenti minacciassero la sicurezza e l'ordine pubblico.

Attualmente solo 13 Paesi UE su 27 ha un proprio sistema di screening degli investimenti esteri

«Oggi abbiamo convenuto che gli Stati membri e la Commissione coordineranno i loro sforzi per proteggere i beni europei – ha detto il presidente del comitato commerciale Bernd Lange (S & D, DE)Abbiamo fatto in modo che le parti interessate della società civile, compresi i sindacati e gli operatori economici, e il Parlamento europeo abbiano un ruolo nell'attuazione di questo regolamento. Sono lieto che l'UE non abbia ceduto alle tentazioni protezionistiche che sorgono in questi tempi incerti. Nel complesso, questo regolamento è un buon primo passo per proseguire nei prossimi termini legislativi».
«Grazie a una forte volontà politica – ha sottolineato il relatore Franck Proust (PPE, FR)abbiamo un accordo che è al tempo stesso equilibrato e ambizioso. Stiamo recuperando il tempo perduto: tutte le grandi economie del mondo hanno già un meccanismo di screening. Ogni Paese deve essere vigile, compresi quelli che non hanno ancora un meccanismo di screening nazionale».

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