Nuovi rischi dalla non regolamentata mobilità elettrica
Il problema è certamente legato al fatto che questi mezzi di trasporto, per quanto limitati nella velocità massima ottenibile, sono completamente sconosciuti ai codici della strada di tutti i Paesi europei e che quindi circolalo nelle città senza alcuna autorizzazione amministrativa. Arrivati in Europa da nuove aziende di successo della Silicon Valley, gli e-scooter possono andare a una velocità massima di 25 km/h e non serve nemmeno affrontare la spesa per l’acquisto: c’è il noleggio temporaneo. Una volta registrata la tua carta di credito, scarichi un’App sul cellulare e la geolocalizzazione ti indica il monopattino più vicino: lo attivi leggendo un QR code e vai. Le tariffe di Lime e Bird, le due aziende californiane che hanno esportato il business degli e-scooter in Europa, si aggirano intorno ai 15 centesimi al minuto da sommare a un euro per l’attivazione del mezzo.
In Italia ancora non si parla di alcun provvedimento ad hoc (nemmeno contro l’anarchia ciclistica)
Gli e-scooter sono mezzi di locomozione agili, semplici da guidare, silenziosi ed ammantati da una immagine ecologistica. Non occorre alcun tipo di patente per guidare gli e-scooter. Basta tenere il manubrio, prendere velocità facendo due o tre passi con un piede a terra e uno sul monopattino e spingere la levetta dell’accelerazione. Quest’ultima aumenta d’intensità come un pedale destro dell’automobile, mentre la leva nel freno si trova sul manubrio sinistro.
Il primo nodo, però, che questi mezzi circolano indifferentemente sia su strada sui marciapiedi: opportunità che ne ha certamente decretato il successo tra il pubblico, ma che rende assai elevata la pericolosità soprattutto ai danni dei pedoni abituati a passeggiare sotto i portici urbani senza dover prestare particolare attenzione.
Tra i Paesi che si sono mossi per primi verso una qualche regolamentazione ci sono il Belgio e la Germania: secondo i media tedeschi si starebbe facendo strada l’intenzione di limitarne l’uso nelle sole piste ciclabili (casa che in Italia avrebbe ben poco senso, visto che le biciclette regolarmente circolano sui marciapiedi, nelle aree pedonali e ovunque vogliano). Più drastici in Olanda che si accingono a vietare l’uso di ogni tipo di ciclomotore elettrico nelle piste ciclabili.
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