Ecco la Ferrari che vince: è il brand più influente al mondo
Già cinque anni fa il Cavallino Rampante si era classificato al primo posto nella prestigiosa, ed economicamente importante, valutazione di Brand Finance e questo ritorno in vetta è stato determinato da “l’annuncio di importanti investimenti per realizzare 15 nuovi modelli, di cui alcuni ibridi, e il fatto che già a maggio dello scorso anno, fosse stata venduta tutta la produzione 2018, e parte della produzione 2019”. Un rafforzamento del brand che ha consentito di incrementare il valore economico del trademark Ferrari del +27%, raggiungendo così 8,3 miliardi di dollari di valore originato dall’immagine della marca.
«Come primo produttore al mondo di auto di lusso – ha commentato Massimo Pizzo, che guida Brand Finance in Italia – Ferrari ha un livello di riconoscimento indiscusso per design e innovazione. Il logo del Cavallino Rampante è il simbolo perfetto della forza e della vitalità del brand che ha recentemente pianificato nuovi modelli ed è in grado di estendersi al di fuori del settore auto».
I marchi italiani, leader nel loro settore al mondo, non emergono perché poco attenti all’immagine
Se invece si considera il “brand value”, ovvero per valore economico del marchio calcolato stimando il beneficio netto che il titolare del brand otterrebbe dandolo in licenza sul mercato aperto, a vincere è il marchio Amazon che potrebbe essere ‘venduto’ alla eccezionale cifra di 187,9 miliardi. Al secondo posto in questa classifica, con un valore di 30 miliardi inferiore ad Amazon, si piazza Apple insidiata dalla buona crescita in valore di Google (+18%) e soprattutto di Microsoft (+47%).
Per l’Italia, i marchi che entrano tra i 500 dell’elenco Brand Finance sono solo nove: dopo Ferrari, il secondo nome in classifica è quello di “Poste” che è salita in questa classifica alla 78esima piazza, una forte legata soprattutto ai prodotti assicurativi, a Postepay e alle positive prospettive di crescita. «Le eccellenze in Italia non mancano – spiega Massimo Pizzo – ma la maggior parte delle imprese italiane sottovalutano l'importanza dell'immagine, troppo associata alla pubblicità e troppo poco associata all’esperienza complessiva dei clienti, per i quali la sola qualità del prodotto non è abbastanza».