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Camorra nel Veneziano: ANCE per la cultura della legalità

27/02/2019
Camorra nel Veneziano: ANCE per la cultura della legalitàA qualche giorno di distanza dagli arresti che hanno scoperchiato un gravissimo caso di infiltrazione camorristica nel Veneto e in particolare nell’area veneziana, Ugo Cavallin, Presidente Ance Venezia ha formulato alcune importanti considerazioni.

“Dalle indagini è emerso che anche l’edilizia figura tra i settori maggiormente esposti al rischio di inquinamento malavitoso. Il fatto che nessuna delle imprese associate ad Ance Venezia risulti coinvolta nell’indagine e che come Associazione non si abbia ricevuto, né ora né in passato, segnalazione circa fenomeni ‘anomali’, non ci esime dal cercare spiegazioni e dal proporre possibili soluzioni.
Non ci sorprende che il periodo, in cui la presenza camorristica risulta essersi maggiormente radicata nel nostro territorio, sia quello che coincide con gli anni della crisi; una crisi che ha colpito pesantemente proprio il settore delle costruzioni, indebolendone e rendendone vulnerabile il tessuto produttivo. In quel periodo più volte avevamo ammonito sulla presenza di rischi connessi alla contingenza, che si andava delineando. In particolare, il rischio che alcune imprese (in crisi di commesse, con problemi di liquidità per i mancati o ritardati pagamenti di lavori precedenti), trovando sempre chiuse le porte degli istituti di credito, per proseguire l’attività salvando l’impresa ed i dipendenti, ritenessero di non avere altra scelta che rivolgersi a chi quella liquidità poteva fornire con apparente facilità, vale a dire usurai e strozzini. Un percorso, o meglio un calvario, che molti, non solo nell’edilizia, hanno attraversato e da cui non tutti sono usciti.

C’è anche un’altra considerazione importante, che riguarda specificamente le costruzioni. In edilizia coesistono due mondi: quello dei lavori pubblici ed il mercato privato. Il primo si caratterizza per una serie di controlli, anche antimafia, sia ‘a monte’, vale a dire al momento della qualificazione delle imprese, sia in occasione di ogni singolo appalto; i controlli riguardano anche la regolarità dell’impresa sotto il profilo del pagamento delle retribuzioni, dei contributi previdenziali ed assicurativi.
Nel mercato dei lavori privati, invece, molte di queste regole non sussistono e, in particolare, non esiste alcuna forma di selezione/qualificazione delle imprese, cosicché per lavorare in quest’ambito è sufficiente la sola iscrizione alla Camera di Commercio che, come è noto, si ottiene con una semplice autodichiarazione, senza alcuna verifica sulla capacità economico-finanziaria, sul possesso di attrezzature e di personale qualificato, sull’affidabilità dei soggetti che gestiscono l’impresa. L’assenza di qualunque filtro rende il settore più permeabile alla concorrenza sleale di ‘disinvolti’ operatori improvvisati e potenzialmente, quindi, anche alla presenza di pseudo-imprese direttamente o indirettamente riconducibili alla malavita organizzata.

Come Ance ci siamo fatti promotori di alcuni disegni di legge, volti ad introdurre, anche nei lavori privati, elementi di selezione qualitativa degli operatori: ciò avrebbe comportato una significativa pulizia nel settore. Ad oggi purtroppo queste iniziative non hanno avuto seguito, mentre proprio le indagini in corso dimostrano quanto sia necessario intervenire, in via preventiva, non solo per sradicare la concorrenza sleale di chi opera al di fuori delle regole, ma anche per impedire che l’assenza di controlli favorisca l’ingresso, nel mercato, di soggetti che sono la longa manus del crimine organizzato.

Certamente, come Ance non ci stancheremo di lottare e dare il nostro apporto per far crescere ad ogni livello quella cultura della legalità, che è il primo e più efficace antidoto contro qualunque forma di inquinamento ed infiltrazione malavitosa nel nostro settore e nel territorio”.

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