Torneranno a crescere i posti di lavoro in Veneto, con 64.900 nuove entrate e 54.540 uscite, ma rispetto al 2005 la quota di imprese disposte ad assumere rimarrà invariata (22,7%). Nelle previsioni degli imprenditori veneti la crescita dell’occupazione risulterà più marcata nei servizi (+1,4%) che nell’industria (+0,5%) e coinvolgerà maggiormente le imprese con meno di 10 dipendenti (+2,4%), a fronte di tassi più contenuti per le imprese di maggiori dimensioni. Previsto in flessione rispetto al 2005 il numero di assunzioni con contratto a tempo indeterminato (45,2% del totale), tendenza più accentuata nei servizi (44%) che nell’industria (46,8%). In forte crescita il ricorso ai contratti a tempo determinato (41,4%), mentre diminuirà il ricorso al part-time (12,6%).

Sono i principali dati che emergono dal rapporto “La domanda di lavoro nel Veneto” realizzato dal Centro Studi Unioncamere del Veneto sulla base dei risultati a livello regionale emersi dall’indagine Excelsior 2006. Giunta all’ottava edizione, Excelsior è l’indagine annuale sulle previsioni occupazionali e i fabbisogni professionali espressi dagli imprenditori per il 2006, realizzata da Unioncamere Italiana in collaborazione con il Ministero del Lavoro su un campione di oltre 100 mila imprese italiane con almeno un dipendente.



“Il 2006 sarà un anno positivo per il mercato del lavoro veneto – commenta Federico Tessari, Presidente di Unioncamere del Veneto - addirittura migliore rispetto al 2005. Entro la fine dell’anno gli imprenditori veneti prevedono un aumento dei posti di lavoro pari allo 0,9%. Si tratta di un risultato incoraggiante, che dimostra una ripresa dell’occupazione in sintonia con quella registrata dalle imprese nei primi nove mesi dell’anno.

Il rilancio competitivo della nostra economia – prosegue Tessari – non può che puntare sulla valorizzazione e sullo sviluppo delle risorse umane, che rappresentano il patrimonio che ha reso possibile il successo del modello veneto.

“In quest'ottica – conclude Tessari - il Veneto dovrà continuare ad investire, puntando sulla collaborazione di tutti i soggetti attori del sistema, in una analisi delle esigenze del territorio, per poter affrontare concretamente le aspettative del mondo del lavoro e delle imprese.”

Secondo il rapporto annuale di Unioncamere del Veneto sono sempre le costruzioni a trainare la domanda di lavoro (+2,8%), leggermente positiva la previsione di crescita nell’industria in senso stretto (+0,2%), ma qualche settore registra un saldo occupazionale negativo. È il caso del sistema moda (1,1%) ma anche del comparto che produce beni per la casa e il tempo libero (-1%). Nel terziario la domanda cresce in tutti i settori, ma in particolare nei servizi alle persone (+2,7%) e nel turismo (+2,1%). A livello provinciale Venezia registra il saldo occupazionale più elevato (+1%), Vicenza il più basso (+0,4%).



I risultati del rapporto annuale nel dettaglio



IL LAVORO TEMPORANEO

Il 41,4% delle assunzioni per il 2006 sarà a tempo determinato, mentre la percentuale di assunzioni a tempo indeterminato raggiungerà il 45,2%, quota inferiore al relativo dato nazionale (46,3%). Fra i contratti di tipo “temporaneo”, oltre al tempo determinato, le piccole medie imprese assumeranno prevalentemente i contratti di apprendistato, mentre le grandi imprese, in particolare quelle del terziario, preferiranno i contratti a progetto o di tipo interinale. Sono 11.840 i collaboratori a progetto previsti in Veneto nel 2006, impiegati soprattutto nei servizi avanzati alle imprese e nell’informatica e telecomunicazioni.



LA COMPONENTE EXTRACOMUNITARIA

In calo rispetto il 2005 l’incidenza delle assunzioni di personale extracomunitario (27,4% sul totale delle assunzioni programmate). Rimane comunque significativa la domanda nei servizi (sanità e servizi sanitari privati, 54,4%; servizi operativi alle imprese e alle persone, 52,8%) e in alcuni settori dell’industria (industrie meccaniche e dei mezzi di trasporto, 30,1%; industria de beni per la casa, tempo libero e altre manifatture, 29,7%). Sono soprattutto le grandi imprese sopra i 250 dipendenti le più interessate ad impiegare gli extracomunitari (36,1%).



LA COMPONENTE GIOVANILE

Il 41% del totale assunzioni riguarderanno i giovani con meno di 29 anni, superando il totale Italia (40,9%). A livello settoriale maggiore è il fabbisogno delle industrie elettriche, elettroniche, ottiche e medicali (44,9%) e delle industrie della carta, stampa ed editoria (54,7%). La quota di giovani assorbita dai servizi risulterà solo del 38,9%. Assumeranno più giovani le piccole imprese con meno di 9 addetti (47,4%) e quelle con più i 250 addetti (42,2%).



LE FIGURE PROFESSIONALI RICHIESTE

Dall’analisi delle assunzioni per gli otto gruppi professionali adottati nell’indagine, emerge, analogamente all’anno scorso, che le figure più richieste appartengono al gruppo delle professioni relative alle vendite e ai servizi per le famiglie (15.040 unità; 23,2%) e degli operai specializzati (14.020 unità; 21,6%). Le altre richieste riguardano il personale non qualificato e i conduttori di impianti e addetti al montaggio (entrambi il 14,9% delle assunzioni), le professioni tecniche (11,9%) e le professioni esecutive legate all’amministrazione e alla gestione aziendale (9,7%). Le difficoltà di reperimento nel complesso riguardano il 33,3% del personale ricercato, in particolare le figure inerenti agli operai specializzati, le figure dirigenziali e le professioni tecniche ad elevata specializzazione.



I TITOLI DI STUDIO RICHIESTI

Si rafforza la domanda dei titoli di livello secondario e post-secondario (35,8%), seguito dalle qualifiche professionali (21,7%). La richiesta di titoli universitari si attesta al 7,2% delle assunzioni previste. Gli indirizzi di studio con un’incidenza significativa sul totale sono ancora quello meccanico, amministrativo-commerciale e turistico-alberghiero per le qualifiche professionali e il livello secondario e post-secondario, mentre l’indirizzo universitario più richiesto è quello economico (32,9%).



Ufficio Stampa Unioncamere del Veneto