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La disinformazione diffusa dalla Russia mina la democrazia

13/03/2019
La disinformazione diffusa dalla Russia mina la democraziaIl Parlamento europeo ha condannato con forza le azioni sempre più aggressive di Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, che cercano di “minare o sospendere i fondamenti e i principi normativi delle democrazie europee e la sovranità di tutti i paesi del partenariato orientale”. E, facendo il punto sugli ultimi sforzi dell’UE per contrastare la propaganda ostile da parte di terzi attori, i deputati invitano gli Stati membri a considerare la creazione di un quadro giuridico a livello europeo ed internazionale per affrontare le minacce ibride.
Nella risoluzione, adottata con 489 voti favorevoli, 148 contrari e 30 astensioni, i deputati dichiarano l’intenzione di “creare maggiore consapevolezza in merito alle campagne di disinformazione condotte dalla Russia, che costituiscono la principale fonte di disinformazione in Europa”. Nel testo si esorta inoltre l’UE ad ampliare la sua East StratCom Task Force, istituita nel 2015, trasformandola in una struttura a pieno titolo all’interno del Servizio europeo per l’azione esterna. I deputati chiedono che le società di social media, i servizi di messaggistica e i fornitori di motori di ricerca siano regolamentate per legge. Le aziende che non riescono a rimuovere rapidamente le notizie false diffuse in modo sistematico dovrebbero renderne conto. Inoltre, le autorità dovrebbero essere in grado di identificare e localizzare gli autori e gli sponsor dei contenuti politici diffusi.

Nuove norme sono state varate, con pesanti sanzioni, in vista delle prossime elezioni europee

I deputati condannano fermamente le entità che interferiscono nelle elezioni e nei referendum e invitano gli Stati membri a modificare le loro leggi elettorali per contrastare proattivamente le minacce che sorgono dalle campagne di disinformazione, dagli attacchi informatici e dalle violazioni della libertà di espressione durante il voto.
Gli Stati membri dovrebbero inoltre sostenere i Paesi associati all’UE e i Balcani occidentali per garantire la difesa dei loro processi elettorali da attività di propaganda malevole. Recentemente il Parlamento ha adottato nuove norme per proteggere le prossime elezioni europee di maggio 2019 dall’uso improprio dei dati, a seguito del caso del referendum sulla Brexit nel Regno Unito e dello scandalo Facebook/Cambridge Analytica. Le nuove regole introducono sanzioni finanziarie contro i partiti politici e le fondazioni europee che abusino deliberatamente dei dati personali nelle loro campagne elettorali per le elezioni.

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