Finita la pazienza di chi è preso in giro da continui rinvii
“Siamo all’inizio di aprile ed ancora nessun provvedimento a sostegno del settore delle costruzioni è stato assunto dal Governo. Solo di recente, di fronte ai chiari segnali di rallentamento, se non di vera e propria stasi dell’economia, le costruzioni sono tornate al centro dell’attenzione dell’Esecutivo, tanto da formare oggetto di un decreto ambiziosamente denominato “sblocca-cantieri”: si tratta di un provvedimento assolutamente deludente perché, invece di adottare un pacchetto di misure efficaci per ottenere una rapida apertura di nuovi cantieri e lo sblocco di quelli fermi, si è scelta la strada non già di un decreto organico e di ampio respiro, rivolto ai tre pilastri dell’edilizia (lavori pubblici, rigenerazione urbana e incentivi fiscali), ma solo di qualche modesta modifica al Codice dei contratti e che oltretutto lascia più di qualche perplessità sotto il profilo della trasparenza delle procedure.
In Veneto invece la Regione è riuscita ad approvare rapidamente un buon ‘Piano Casa’
Prosegue il documento del presidente ANCE Venezia: “La “melina” del Governo fa pensare che i problemi risiedano nella mancanza di risorse o meglio nella scelta di destinarle a finalità assistenziali (quindi elettoralistiche di breve termine), anziché in investimenti produttivi. Questo atteggiamento irresponsabile stride ancor di più, se si pensa che, in questi stessi giorni, la Regione del Veneto ha approvato in tempi rapidi la nuova legge sul Piano Casa: un provvedimento lungimirante, in grado di promuovere importanti investimenti in edilizia, abbinandoli ad un’attenzione particolare verso l’efficientamento energetico ed il contenimento dei consumi.
La tattica attendista del Governo, invece, rischia di far slittare inesorabilmente i termini, in cui un eventuale provvedimento possa sviluppare i suoi effetti benefici sul ciclo economico, con la conseguenza che probabilmente le cose non saranno sostanzialmente cambiate quando, a settembre, l’Unione Europea e le norme di salvaguardia non consentiranno più l’utilizzo di nuove risorse.
Il tempo degli appelli e delle promesse è finito come è finita la pazienza di chi si sente preso in giro da questi continui rinvii e da anni ormai vede regolarmente vanificati i piani economico-finanziari delle proprie imprese.
La responsabilità – conclude la nota del presidente Ugo Cvallin – graverà su chi, in questa situazione, dovesse anteporre all’interesse del Paese la via (suicida) dell’assistenzialismo e della ricerca del facile consenso”.