Colpa del diesel il calo delle vendite di auto in Europa
«Dai dati statistici diffusi oggi e dal contesto economico – dice Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – scaturisce un quadro del mercato europeo dell’auto penalizzato dall’effetto congiunto di fattori di freno specifici, come la demonizzazione del diesel, o comuni all’intera economia come il quadro congiunturale e, per il Regno Unito, anche la Brexit». Se, come sembra, i dati congiunturali di un Paese guida come la Germania dovessero essere confermati tendenti nel primo trimestre 2019 ad una leggera crescita del Pil, ancora di più risalterebbe che la caduta delle vendite è da addebitarsi al clima di forte disorientamento fra gli automobilisti che devono sostituire un loro modello diesel e non trovano sul mercato una soluzione altrettanto conveniente.
L’Italia è la peggiore nel gruppo dei mercati più grandi e un’auto su dieci è rimasta del concessionario
L’andamento delle immatricolazioni in Europa è influenzato dai risultati dei cinque maggiori mercati e in questo gruppo è compresa anche l’Italia che è per altro la peggiore con un calo in marzo pari al -9,6% e nella somma del primo trimestre del -6,5%.
Sul mercato italiano pesa tuttavia, come, e più che negli altri mercati europei, la penalizzazione del diesel con le immatricolazioni calate addirittura del -26,1% a vantaggio soprattutto delle auto a benzina (+21,6%) e delle auto ibride ed elettriche la cui quota rimane tuttavia modesta. Meglio di tutti, in questo contesto complessivamente non positivo, ha fatto la Germania che chiude il primo trimestre sui livelli dello scorso anno (+0,2%) e in marzo accusa una piccolissima perdita (-0,5%).