Tutto in regola a Mirano, ma l’appalto deve fare riflettere
La prima singolarità è che l’appalto, nato con una base d’asta di 438.000 euro, subisce, prima della gara, una decurtazione dell’8%, passando a 403.000 euro, in applicazione di una delibera della Giunta Regionale del Veneto, risalente al 2017: con un ritardo di ben 3 anni si approvava il prezzario regionale del 2014 (tuttora in vigore), autorizzando i progettisti ad apportare, con adeguata motivazione, variazioni in rialzo fino al 15% o in ribasso fino al 25%.
A prescindere dal fatto che nel caso specifico non c’è traccia di alcuna motivazione a giustificazione del ribasso, è evidente che la delibera regionale (contro la quale anche recentemente Ance Venezia ha preso ferma posizione) può creare distorsioni: nel caso, infatti, la gara parte con valori di prezzo riferiti al 2014, ulteriormente ribassati dal Comune di Mirano in modo significativo. Lo stesso Comune invita alla gara 19 imprese, di cui 12 venete (7 della provincia di Venezia) e 7 di fuori regione.
Ugo Cavallin, Presidente di Ance Venezia, auspica che i risparmi non ricadano su sicurezza e lavoratori
Evidentemente i prezzi “tirati” non invogliano la partecipazione, visto che solo 7 imprese su 19 presentano l’offerta: 2 della provincia di Venezia, una di Padova e, dato che dovrebbe far riflettere, tutte le altre non trivenete.
Essendo pervenute meno di 10 offerte, la gara si effettua al massimo ribasso con un risultato altrettanto singolare: le tre imprese dell’area, che in quanto presenti sul territorio dovrebbero avere costi minori, offrono un ribasso medio dell’8%, mentre le imprese “foreste” (da Barletta, Reggio Calabria, Rimini e Caserta), che dovrebbero sopportare i costi del trasferire la propria struttura (attrezzature, macchinari, personale) a Mirano, propongono un ribasso medio più che doppio (il meno 19%), tanto che la gara viene aggiudicata grazie ad un ribasso di quasi 100.000 euro, pari al 23,44%, praticato su prezzi di 5 anni fa, già “sforbiciati” in partenza dell’8%!
Difficilmente un’offerta del genere può essere considerata congrua. Il dubbio, che Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Venezia vuole sollevare, è che l’obiettivo sia aggiudicarsi gare a qualunque costo per poi puntare a revisioni dei conti in corso d’opera con varianti o con “risparmi” di vario tipo; per questo, non mancherà di seguire con la massima attenzione lo sviluppo esecutivo dell’opera.
«L’esperienza insegna – commenta Ugo Cavallin, Presidente di Ance Venezia – che i supposti risparmi possano andare a discapito anche del trattamento dei lavoratori impegnati nell’esecuzione dell’opera o delle condizioni per la loro sicurezza. Ci aspettiamo che anche il sindacato svolga quel ruolo di vigilanza attiva, che deve essergli proprio».
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