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Per ANCE: bene, ma non tutto, nel decreto sblocca-cantieri

22/04/2019
Per ANCE: bene, ma non tutto, nel decreto sblocca-cantieriLuci e ombre nel primo commento del presidente di ANCE Venezia (l’associazione dei costruttori edili), Ugo Cavallin, sulle norme contenute nel decreto cosiddetto “sblocca-cantieri” approvato dal Governo Conte dopo un mese di verifiche e correzioni dopo la prima stesura.
«È stato necessario il forte richiamo del Presidente della Repubblica – dichiara il presidente Cavallin – perché il governo, messi da parte i dissidi interni, finalmente licenziasse il decreto sblocca-cantieri, pubblicato sulla gazzetta ufficiale del 18 aprile e in vigore da venerdì 19. Il testo, radicalmente modificato rispetto a quello approvato dal consiglio dei ministri del 20 marzo con la formula “salvo intese”, si compone di 30 articoli, solo 5 dei quali riguardano gli appalti pubblici, l’accelerazione degli interventi infrastrutturali e la rigenerazione urbana. Si tratta di una serie di interventi puntuali, volti a correggere, non sempre migliorando, un codice che di fatto aveva ingessato lo sviluppo infrastrutturale del Paese».

Crea apprensione l’immediata esecutività delle norme che metteranno in difficoltà tutti gli operatori

«Va salutata con favore, ai fini della chiarezza normativa – specifica Cavallin – la previsione del ritorno ad un regolamento unico, contenente le disposizioni di esecuzione, attuazione ed integrazione del codice, ponendo fine al caos creato dal sovrapporsi di linee guida dell’autorità anticorruzione e di decreti ministeriali».
«Sul tema del subappalto, il governo non ha avuto il coraggio di seguire le ferme indicazioni dell’Unione Europea nel senso della liberalizzazione – prosegue la dichiarazione – e si è limitato da un lato ad alcune modifiche di snellimento e sburocratizzazione, dall’altro ad un innalzamento della percentuale subappaltabile (dal 30 al 50% dell’opera), lasciando però inspiegabilmente, alla valutazione discrezionale della stazione appaltante, la scelta, se consentire o meno il ricorso al subappalto. Senz’altro positiva, invece, è la possibilità di ricorrere al criterio del minor prezzo fino alla soglia comunitaria (era ammesso fino a due milioni di euro), evitando il rischio di ribassi eccessivi con l’applicazione di automatismi per l’esclusione delle offerte anormalmente basse».
«Al di là delle altre novità – conclude il presidente di ANCE Venezia – merita di essere fatta una considerazione sul fatto che, ancora una volta, la disciplina dei lavori pubblici viene modificata con un provvedimento di urgenza, che entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, creando scompiglio in tutti gli operatori (stazioni appaltanti, imprese, professionisti), che si trovano a fronteggiare, dall’oggi al domani, norme nuove, non sempre di facile interpretazione e applicazione».

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