Molti fattori spingono verso la catastrofe il mondo animale
Il report, stilato dall’Intergovernmental Science-Policy Platform on Biodiversity and Ecosystem Services (IPBES), avverte che un quarto delle 8 milioni di specie animali e vegetali diverse, di cui buona parte insetti, sarebbe esposto a fenomeni di avvelenamento, caccia per il reperimento di cibo e sovraffollamento causato dalla contrazione degli habitat d’origine. Da notare che i cambiamenti climatici come causa d’impoverimento della biodiversità non sono al primo posto secondo il report, ma vengono dopo: la contrazione degli habitat e il cambiamento d’uso del suolo, la ricerca di cibo, il commercio illegale di specie protette e il bracconaggio.
L’azione dell’uomo è determinante verso quella che è una estinzione di massa come per i dinosauri
Comunque i cambiamenti climatici ed il surriscaldamento del Pianeta rischiano di provocare nei futuri decenni la sesta estinzione di massa del mondo animale al pari di quella che, alla fine del Cretaceo, portò ala scomparsa dei dinosauri. Gli studiosi dell’IPBES stimano che i cambiamenti nella distribuzione delle specie potrebbero raddoppiare se le temperature medie dovessero aumentare di 2°C invece che di 1,5°C rispetto all’era preindustriale.
Infine, secondo gli esperti dell’ONU, anche le strategie come i sussidi alla pesca, all’agricoltura industriale, all’allevamento di bestiame, alla silvicoltura, all’estrazione e la produzione di biocarburanti o di energia da combustibili fossili potrebbero avere un effetto negativo negli anni avvenire qualora incoraggiassero sprechi, inefficienze e sovra-consumo da parte di una popolazione mondiale in costante e irrefraenabile aumento.