Industria: i colossi tedeschi traballano e l’Italia trema
Il primo segnale era da tempo atteso dalla Deutsche Bank, le cui azioni sono in picchiata: quello che comunque rimane il colosso della finanza europea attuerà un piano lacrime e sangue, dopo aver dovuto dire addio alla fusione salvagente con Commerzbank. Già nel 2018 erano stati tagliati 6.000 posti si lavoro e ora la diminuzione del personale dovrebbe arrivare a coinvolgere altre 18.000 unità, a cominciare dalla sede di Londra, dove erano impiegate 7.000 persone.
Ancor più impressione ha fatto però BASF, che ha annunciato una diminuzione del personale in ambito europeo: 6.000 lavoratori, la metà dei quali impiegati in Germania, che se ne andranno entro il 2021. La motivazione è nel calo della domanda delle sostanze chimiche in una serie di settori che va avanti da qualche tempo.
Non mancano le preoccupazioni per l’industria italiana che è fornitrice di quelle tedesche
Brutte notizie anche per WMF e Opel, imprese nate in Germania e acquisite negli ultimi anni da gruppi stranieri. Il gigante degli utensili da cucina WMF è oggi parte del gruppo francese SEB, che ha nel suo ultimo comunicato definito “deficitaria” l’efficienza dello storico impianto di produzione di Geislingen, la cittadina nei pressi di Stoccarda dove l’azienda è stata fondata. Qui si perderanno 400 posti di lavoro.
Per quanto riguarda Opel, marchio acquisito anche in questo caso dei francesi del gruppo PSA, lo scorso anno sono stati tagliati 3.700 dipendenti ed ora sembra che altri 1.100 impiegati in tre diversi punti di produzione debbano fare i bagagli nei prossimi mesi.
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