Sono sempre negativi i numeri per il mondo dell’artigianato
A livello provinciale, nel Veneto è stata la provincia di Vicenza a segnare la contrazione del saldo in valore assoluto più marcata (-218). Seguono Verona (- 117) e Padova (-99). L’unico territorio a registrare un risultato positivo è stata la provincia di Venezia (+3). Al 30 giugno scorso, il numero complessivo si è attestato a quota 126.112. I dati sono stati diffusi dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre.
«La crisi, il calo dei consumi, le tasse, la mancanza di credito e l’impennata degli affitti – ha dichiarato il coordinatore dell’Ufficio studi Paolo Zabeo – sono le cause che hanno costretto molti artigiani a cessare l’attività. E per rilanciare questo settore è necessario, oltre ad abbassare le imposte e ad alleggerire il peso della burocrazia, rivalutare il lavoro manuale. Negli ultimi 40 anni c’è stata una svalutazione culturale che è stata spaventosa. L’artigianato è stato dipinto come un mondo residuale, destinato al declino e per riguadagnare il ruolo che gli compete ha bisogno di robusti investimenti nell’orientamento scolastico e nell’alternanza tra la scuola e il lavoro, rimettendo al centro del progetto formativo gli istituti professionali che in passato sono stati determinanti nel favorire lo sviluppo economico del Paese».
Per i giovani fare l’artigiano non è più appetibile e manca quindi il ricambio generazionale nelle botteghe
«Non sono pochi gli imprenditori di questo settore – sottolinea il segretario CGIA Renato Mason – che segnalano la difficoltà a trovare personale disposto ad avvicinarsi a questo mondo. Soprattutto al Nord, si fatica a reperire nel mercato del lavoro giovani disposti a fare gli autisti di mezzi pesanti, i conduttori di macchine a controllo numerico, i tornitori, i fresatori, i verniciatori e i battilamiera. Senza contare che nel mondo dell’edilizia è sempre più difficile reperire carpentieri, posatori e lattonieri. Più in generale, comunque, l’artigiano di domani sarà colui che vincerà la sfida della tecnologia per rilanciare anche i “vecchi saperi”. Alla base di tutto, comunque, rimarrà il saper fare che è il vero motore della nostra eccellenza manifatturiera”.
Una ulteriore “stangata” al mondo dell’artigianato potrebbe arrivare il prossimo 1° gennaio. Se non si disinnescherà l’aumento dell’Iva, l’innalzamento di 3 punti percentuali sia dell’aliquota ordinaria che di quella ridotta rischia di provocare degli effetti molto negativi sul fatturato di queste attività che, ricorda la CGIA, vivono quasi esclusivamente dei consumi delle famiglie.
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