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Una Piccola Solenne Messa apre la 7° “Vicenza in Lirica”

03/09/2019
Una Piccola Solenne Messa apre la 7° “Vicenza in Lirica”Chissà se Gioachino Rossini immaginava che la sua ultima composizione sarebbe stata ospitata nel Palladiano Teatro Olimpico di Vicenza, il più antico teatro coperto al mondo. Un teatro che già nel 1864, anno in cui venne rappresentata per la prima volta la Petite Messe Solennelle aveva già 285 anni.
La produzione di Concetto Armonico voluta dal Direttore Artistico Andrea Castello, è una piccola perla, che può vantare sul fronte musicale il Direttore Concertatore e Primo pianoforte Michele Campanella, che propone questo capolavoro di Rossini con l’intento di non negarsi alcuna sfumatura.
Le scelte fatte dal M° Campanella, si sentono tutte, una varietà che spazia dall’intima e pacata ricerca interiore del “Qui Tollis” fino alla liberatoria consapevolezza di redenzione dell’ “Agnus Dei”. Il M° Campanella si è avvalso di due colleghi di gran pregio, era infatti affiancato al Secondo Pianoforte da Monica Leone, alla quale viene anche affidato l’accompagnamento del “Oh Salutaris Hostia” eseguito in maniera struggente e da Silvio Celeghin all’Harmonium che mi ha particolarmente colpito per la consapevolezza del ruolo che ha questo strumento all’interno della Petite Messe Solennelle, quasi una presenza continua e discreta all’interno dell’opera, proprio come potremmo interpretare la presenza di Dio all’interno delle nostre Vite, ed è forse proprio questo che Rossini avrebbe voluto.
Vocalmente, importantissima la scelta dei 4 solisti, che sul versante Femminile vede protagoniste due musiciste di grandissimo livello e di riconosciuta e meritata fama Barbara Frittoli e Sara Mingardo. Il Soprano Barbara Frittoli ci regala un “Crucifixus“ struggente, mai sopra le righe, ogni sillaba, ogni nota è pesata tra i pianissimi e i misuratissimi accenti drammatici di questo brano che, nelle corde vocali sbagliate rischia spesso di cadere nella banalità. Altro momento altissimo della serata il “Qui Tollis” eseguito dal Contralto Sara Mingardo e dal Soprano Barbara Frittoli; queste due voci, entrambe di un corpo importante , timbricamente si sposano in maniera straordinaria e va assolutamente sottolineata la capacità delle due interpreti di cercare sempre l’unisono, in una collaborazione palese dalla quale ne risulta un vero gioiello. Sara Mingardo, spettacolare, chiude la messa con un “Agnus Deus” poderoso in un crescendo bellissimo e liberatorio che ci illumina con la Luce della speranza alla quale ogni credente ambisce.
Sul versante maschile, il giovane Basso Davide Giangregorio sfrutta, sapientemente tutta la gamma che la sua voce gli consente con grandissima morbidezza, il timbro è piacevole ed il suo “Quoniam” viene letto, condivisibilmente, come un momento di preghiera interiore più che come un’ostentazione pubblica. Il Tenore Alfonso Zanbuto sorretto da una voce piacevole e squillante affronta l’opera di Rossini con un taglio, mi si passi il termine, meno “intimista” degli altri interpreti, dando spazio, in alcuni momenti in particolare quelli solistici come il “Domine Deus” a tutta la sua voce, a volte un po’ a scapito dell’ampiezza delle dinamiche che Rossini propone. Mi permetto di dire che la serata si è avvalsa di un 5° solista perché il lavoro del coro “Schola San Rocco” e del suo direttore Francesco Erle è veramente eccellente, lo definirei il quinto solista perché la solida compattezza di questa corale, che ne fa una voce unica, va assolutamente sottolineata e premiata con questo titolo.
Pubblico giustamente entusiasta applausi infiniti per tutti, prolungati a tal punto che è lo Stesso M° Campanella a chiedere il termine della lunga, meritata, ovazione.

Matteo Mazzato

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