La nuova “mission” per gli amministratori condominiali
Il primo dato dice che a livello nazione una costruzione su sette è abusiva (la percentuale nel Veneto scende a 1 su 14) e comunque, essendo la maggior parte degli edifici precedenti agli anni ‘80, hanno una livello di sicurezza costruttiva che non sarebbe permesso oggi.
Altro dato è quello della scarsa conoscenza, che i condomini hanno della loro proprietà immobiliare: il 57% dichiara di non conoscerne l’anno di fabbricazione.
Infine, il 36,5% delle abitazioni è a rischio sicurezza a causa della vetustà dell’edificazione e del degrado dei materiali costruttivi, che colpisce il 75% delle abitazioni.
Per questo, gli amministratori condominiali, che hanno precise responsabilità anche penali in relazione alla sicurezza, si propongono oggi come un presidio fondamentale di presenza sul territorio: Francesco Burrelli, Presidente di ANACI (Associazione Nazionale Amministratori Condominiali ed Immobiliari), lancia da Venezia la campagna “Del bene comune, dell’interesse comune, dell’immagine comune”, che presto, dopo il Veneto, coinvolgerà altre regioni a partire da Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige.
L’obbiettivo è quello di “cambiare il paradigma, per cui la manutenzione delle parti comuni dell'edificio è definita, nell'immaginario collettivo e nei principi di economia, null’altro che un costo”.
A fargli eco, in occasione dell’evento inaugurale a Venezia, è lo stesso sindaco della città, Luigi Brugnaro, che definisce gli amministratori condominiali “sentinelle della sicurezza”, proponendo un vero e proprio ‘patto’, perché siano referenti sul territorio delle condizioni della città.
Tale funzione potrà essere certamente agevolata dal Registro Anagrafe della Sicurezza, che dal convegno veneziano comincia a muovere i suoi primi passi: uno strumento web, che evidenzia i compiti dell'amministratore come legale rappresentante del condominio e le implicazioni, che ciò comporta in termini di responsabilità. L’impegno degli amministratori condominiali sarà ora anche quello di far comprendere come la manutenzione sia un investimento, perché se dall’azione conservativa su un bene collettivo deriva un interesse comune, il beneficio del singolo diventa la somma di soddisfazioni, raggiunta da ogni singolo partecipante.