L’export manifatturiero Veneto sfonda a quota 31 miliardi
«10 miliardi di euro in più di export, nei primi sei mesi dell’anno, in un decennio (+33%) è un risultato davvero eccezionale – commenta Agostino Bonomo, Presidente regionale Veneto di Confartigianato – la nostra regione è sempre stata ‘export oriented’ ma, l’affacciarsi delle piccole e micro imprese verso il mondo, spinte anche dal forte shock economico della crisi del 2008, ha dato un impulso straordinario alle vendite oltre confine che hanno iniziato a crescere con una progressione non solo importante ma soprattutto costante. Un miliardo in più all’anno, equamente distribuito tra il primo e secondo trimestre, è un segnale di progressione strutturale e duratura che va oltre le turbolenze nei paesi emergenti, il rallentamento dell’economia tedesca, il protezionismo, i dazi e la Brexit. Ruolo determinante delle piccole e micro imprese in questo risultato confermato dall’andamento più che positivo dei settori manufatturieri a maggiore concentrazione di MPI, oggetto di specifica analisi da parte del nostro osservatorio, che anche in questo primo semestre risulta superiore (+2,7%) al totale manifatturiero veneto (+1,9%) ed anche alla media italiana attestatasi sul +2,5%. Un perimetro di business che ha i sui campioni nella moda (tessili, abbigliamento e pelle) con 5 miliardi e 260 milioni di euro, i prodotti di altre industrie manifatturiere con 3 miliardi e 203 milioni, ed i prodotti alimentari con 1,7 miliardi di euro di export».
Maggiormente positivi sono i dati dell’area UE e di quei Paesi con i quali ci sono accordi bilaterali
Sottolinea ancora il presidente Bonomo: «Il report mette in evidenza come tra gennaio e giugno del 2009, la manifattura veneta avesse esportato nel mondo 21miliardi 358 milioni di euro divenuti 31 miliardi 196 milioni nello stesso periodo del 2019. Un risultato che conferma la nostra regione terza potenza esportatrice dietro a Lombardia ed Emilia Romagna con un peso del 13,7% sulle esportazioni totali italiane. Produzioni che per il 61,6% sono destinate a paesi della UE28. La Germania è saldamente in testa con oltre 4 miliardi (+1,3% rispetto al primo sem 2018) seguita da Francia (3,4 miliardi e +5,5%), Inghilterra (1,8 miliardi e +7,8%) e Spagna (1,6 miliardi). In particolare quest’ultima ha fatto registrare un +11% rispetto allo stesso periodo del 2018. Questi primi 4 Paesi rappresentano il 58% di tutte le esportazioni in Europa».
Non tutti i dati sono rassicuranti: «Cresce anche, un po’ meno, l’extra UE +1,9% con gli Stati Uniti sempre prima destinazione delle nostre merci con 2 miliardi e 688 milioni ed in ottima crescita rispetto allo stesso periodo del 2018 +8,9%. Preoccupano – dice il presidente di Confartigianato – Cina e Turchia, terzo e quinto nella classifica dei Paesi di destinazione per volume, che assieme importano oltre 1 miliardo di euro e che, a causa di dazi e crisi economica, sono in forte calo rispetto al 2018 rispettivamente – 7,7%, -17,1%. Bene, in termini percentuali, il Canada, gli Emirati Arabi Uniti e l’India. Infine nel focus sullo scambio commerciale con Inghilterra e Germania, sotto i riflettori il primo per la Brexit ed il secondo per la contrazione dell’economia in atto, fenomeni che potrebbero impattare in modo negativo sulle nostre performances: non sembrano esserci per ora particolari effetti negativi. Anzi la Gran Bretagna ha aumentato le sue importazioni, dovute molto probabilmente a maggiori scorte, mentre in Germania tengono le esportazioni della meccanica e del legno mentre soffrono quelle legate alla moda, tessili -10,7%, abbigliamento – 8,2% e pelle -5,7%».
«Proseguire nei processi di internazionalizzazione e difendere il valore del Made in Italy – conclude Bonomo – è il binomio per sostenere le MPI. In un mondo in cui i rischi aumentano è fondamentale non arrendersi e andare a intercettare la crescita laddove proverrà, continuando a investire su ciò che da sempre sappiamo fare bene: esportare e internazionalizzarci. Noi siamo pronti a fare la nostra parte al fianco delle imprese, soprattutto le più piccole».
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