Il Parlamento europeo contro le fakenews russe prosovranisti
L’assemblea europea ha evidenziato che l’interferenza di Paesi stranieri nelle elezioni nazionali e europee è ormai sistematica e può assumere forme diverse: campagne di disinformazione sui social media, attacchi hacker contro infrastrutture elettorali critiche o sostegno finanziario diretto e indiretto ad attori politici. Nella maggior parte dei casi, queste ingerenze favoriscono candidati anti-UE, estremisti e populisti. E nonostante la maggioranza dei Paesi UE abbia vietato, in tutto o in parte, le donazioni estere ai partiti politici e ai candidati, alcuni attori stranieri riescono a eludere le leggi e a offrire sostegno proprio a queste formazioni sovraniste ed anti europeiste.
Dal 2015 c’è una Task Force contro la disinformazione, ma gli attacchi dalla Russia sono raddoppiati
Nel testo della risoluzione si rimanda anche ai casi denunciati da Der Spiegel e Süddeutsche Zeitung nei confronti del Partito della libertà austriaco, da Buzzfeed e L'Espresso (il 10 luglio 2019) nei confronti della Lega per Salvini Premier e alle denunce della stampa britannica a proposito della campagna Leave.EU. I deputati affermano di essere estremamente preoccupati dal “carattere altamente pericoloso della propaganda russa”, la principale fonte di disinformazione in Europa. I casi di fake news attributi a fonti russe sono infatti più che raddoppiati dal gennaio 2019 (998) rispetto allo stesso arco di tempo nel 2018.
Per far fronte alla situazione, il PE chiede che la task force East StratCom, istituita dal 2015 nell’ambito del Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), sia potenziata e divenga una struttura permanente con una maggiore dotazione finanziaria. Si invitano inoltre i social media a cooperare nella lotta contro la disinformazione, senza compromettere la libertà di espressione, mentre l’UE dovrebbe elaborare un quadro giuridico che possa far fronte alle minacce ibride (attacchi informatici e disinformazione).